venerdì 30 gennaio 2015

La cena giù

Ogni venerdì mattina, gli unni aprono gli occhi e, prima di dire buongiorno, formulano la stessa identica domanda e prendono, in piena autonomia, una granitica decisione: "mamma, oggi è venerdì vero? allora oggi si cena giù"
Cenare giù è una piccola festa, un rito, una cosa che non era contemplata nella mia vita precedente e non si incastra granchè nel modello di genitore Rottermaier che è, tocca ammeterlo, il nostro tutte le volte in cui entra in ballo la questione pasti dove, come e perchè.
I "poveri" unni possono mangiare solo a tavola, solo composti, solo se tutti sono seduti e solo quando tutti hanno la loro pietanza davanti, se si alzano game over, se si alzano senza permesso la casa può tremare dalle fondamenta.
La scarpetta però è libera ed anzi, incentivata, chè io non so resistere alla pomarola che resta in fondo al piatto.
Tutto questo non vale se si cena giù.
Giù non si cena a tavola perchè il tavolo non c'è, e siccome non c'è, dalla cena giù sono quindi escluse tutte quelle pietanze che non possono essere consumate se non standosene seduti composti, sono invece incluse pizze (se mi sono ricordata di scongelare la pasta) e schiacciate ripiene, torte salate, insalate e bruschette, formaggi e pinzimoni.
Giù, soprattutto, regna sovrano il "panino cotto".
Il "panino cotto" è il sogno culinario di Totila: una fetta spessa di filone (possibilmente da chilo) raffermo e tostato sulla brace del caminetto, due chicchi di sale e una c d'olio.  I suoi genitori, gente che non ha gusto e non comprende la soddisfazione del purista, ci aggiungono il cavolo nero o un buon pomodoro, ma sono vecchi e ci vuole pazienza.
Si mangia sul divano, sul tappeto (che la mamma in versione Furio in gonnella, copre con una cerata perchè è pur sempre il tappeto della nonna), sulla mensola di pietra che corre lungo la parete del camino, gironzolando (grr) tra la scrivania ed il resto della stanza.
E mentre si mangia ci si accapiglia per la scelta del film col sottofondo della gelatiera che ronza a fare da metronomo delle discussioni.
Fortunatamente Guerre Stellari piace a tutti. 
Sfortunatamente, anche la amarene Fabbri

2 commenti:

  1. Emh ... ok, non ceneremo mai insieme se non in un qualche "giù" che noi siamo terribili con la gestione dei pasti. Certo si mangia a tavola, per carità, però tra genitori negati per la cucina (e spesso a dieta) e figlio inappetente non è che riusciamo a essere proprio così rigidi sulle buone maniere a tavola.
    Il gelato, le amarene e Guerre Stellari però sono tra le nostre cose preferite!

    RispondiElimina
  2. Ceneremo insieme invece (almeno spero) purchè tu non pretenda di ordinare una bistecca ben cotta (tanto non te la farebbero).
    Cucinare è una delle mie passioni e cerco di tenere botta anche se non è facile, diciamo che sono ridotta per lo più ad una cucina "base" ma sui capisaldi non mollo piuttosto preparo in grandi quantità e congelo.
    Anche Attila non dà troppe soddisfazioni a tavola, non lo si può dire inappetente, ma diffidente si: ci ho messo anni a fargli assaggiare cose che ai più devi togliere di sotto con il lanciafiamme (tutti i dolci per esempio) ed, ammetto che, per me che mangerei anche i ragni fritti giusto per capire di che sanno, è una pena

    RispondiElimina