mercoledì 29 giugno 2016

Gelu i' muluna

Il gelu i' muluna è una terrazza col cannicciato, meglio su un tetto, alta perchè si possa spaziare con lo sguardo per tutta la campagna fino alla costa ed al mare .
Servono anche vasi di garofanini profumatissimi e una prozia vecchia come Matusalemme, vestita di nero sotto un sole che abbaglia e tutto stinge, porte finestre con tende di merletto filet fatto rigorosamente a mano e porcellane finissime custodite come tesori.
Sotto devono esserci stradine ripide, preferibilmente con gli scalini in mezzo, per i cristiani  e gli scecchi, e l'acciottolato ai lati, per i carri (anche a motore).
E un castello normanno mezzo sgarupato per l'incuria, ma imponente.
Serve anche una ragazzina impaziente, stufa per le troppe visite di cortesia e per il rito del rinfresco, ripetuto ad ogni sosta e irrifiutabile.
Quando avrete tutto, allora, potrete capire lo stupore per quelle cupolette tremolanti, rosse intense, dolci, ma non troppo, fresche.
Perfette
Za' Petruzza mi fece scoprire il profumo dei garofani, un fiore che non ho mai amato vedere, ma che ancora tengo in giardino, in un posto dove si nota poco, ma si fa sentire nei giorni caldi dell'estate.
Soprattutto però, mi introdusse al gelu i' muluna.
Sorrise con quell'aria dolce da donna di altri tempi e, dopo avere farfugliato qualcosa che preferii non capire, sul fatto che una ragazza deve sapere stare in cucina, smerciò un'altra porzione e la ricetta.
Non che ci voglia una laurea.
Ingredienti obbligatori tre: succo di muluna d'acqua (cocomero, per me, ma voi potete usare anche l'anguria) diciamo 500 ml, amido di frumento (ma anche di mais) 40 g e zucchero 50 -70 gr (dipende da quanto è maturo il frutto)
Il cocomero (ce ne vorranno almeno 800 gr) chiaramente si passa al passatutto a disco fitto o con una delle diavolerie moderne che preferite e poi si filtra
Dopo di che se ne usa un po' per incorporare gli altri ingredienti senza che si formino grumi, si aggiunge il resto, si mette sul fuoco, si fa adensare, si scatafionda negli stampi se si vuole sformare o nelle coppette se non se ne ha voglia  e si aspetta che sia ben freddo.
A piacere, si può aggiungere acqua di gelsomino o di fiori d'arancio, pistacchi tagliati a coltello, zuccata o gocce di cioccolato fondente a fingere i semi.
La guarnizione segue le aggiunte e le varianti perchè se avete scelto i pistacchi spargerete sul piatto pistacchi, altrimenti cioccolato  o anche solo due zagare per fare i fini.
E tante grazie za' Petru che eri golosa, ma sicca

mercoledì 22 giugno 2016

Sei davvero tu?

Sono le 16,00, arrivo ora.
E' sabato.
Eravamo d'accordo con la mamma e con la nuova dottoressa che saresti andato oggi, non ieri sera dopo la visita.
Potevamo aspettare e risparmiare a tutti quelle ore notturne divisi, tu dentro e noi fuori dal pronto soccorso.
Potevamo.
Questa mattina quando avete chiamato il 118 è successo un mezzo putiferio, la dottoressa che è arrivata, ha fatto accertamenti e non voleva portarti a Careggi, troppo lontano, troppo rischioso, preferiva l'ospedale di zona.
Hanno discusso, si lo so, me le immagino, loro che discutono sul tuo capo come se tu fossi un bambino e non un uomo adulto.
E' una tendenza che la mamma ha sempre avuto, un po' con tutti, ma tu ora, davvero, sei nell'ultima fase della vita, sono gli altri che tornano ad accudirti, più o meno, naturalmente, dipende da come stai e da quanto lasci fare.
Sei in reparto, lei ha insistito perchè non mi muovessi prima, perchè pensassi alla mia famiglia, ma nelle mille telefonate che ci siamo fatte aveva una voce terribile, una voce vinta.
Giro l'angolo.
Mi piace questo padiglione nuovo, coi lampadari circolari, la parete a mosaico tipo i bagni Bisazza, le stanze da due col bagno e i banconi tipo ER per il personale.
Mi muovo come a casa ormai.
Potrei dare indicazioni.
M. è morta due porte più su.
E' stata dura passarci davanti per venire da te l'altra volta. Accellerare per non farmi vedere e non farle credere che contravvenivo ai suoi desideri.
Sono arrivata, la porta è socchiusa, intravedo la mamma che briga, come sempre, cerca cartelle cliniche o documenti, non so.
Spingo la porta, faccio un passo, giro su me stessa di 45  gradi e ti vedo.
Hai una maschera trasparente, tipo da palombaro, che ti spinge l'aria nei polmoni, gli occhi socchiusi, le mani magre, ossute, sei una figura fragile nel letto, quasi piccola.
Non sono pronta.
Sei tu?
Tu sei il mio babbo?
Quello che poteva prendermi la luna allungando una mano? quello che si buttava dagli scogli e tornava sempre su con le conchiglie? quello che inventava storie buffe di ceci volanti che bombardavano cacca sui bulli? quello che comprava piste di macchinine e barbie, videogiochi e cicciobelli senza alcuna distinzione, solo perchè la bambina li voleva? quello che lanciava in aria me e tutti i miei amici e ci riprendeva al volo? quello che si metteva lì, a tarda sera, tra tre o quattro ragazzini brufolosi, affranti e arrabbiati, chè quella funzione non c'era verso di studiarla e, in qualche modo poco ortodosso, dopo un po', la tirava fuori?
Tu sei quello che mi ha inculcato che chi ragiona col cervello degli altri può vendere il suo? quello che ripeteva come un mantra che il giudizio dà, prima di tutto, la misura di chi lo esprime? quello che insegnava tolleranza e sopportazione e poi, sussurrava "fai la brava, però amore, se ti danno, rendigliele"?
No, non sei tu, il mio babbo è un buffone, uno sbruffone, un enorme giocattolo, un cantastorie.
Un gigante.
E io lo rivoglio indietro

martedì 7 giugno 2016

Vanità





Casa.
Quasi in ordine, finalmente.
ora aspettiamo che l'estate si decida ad arrivare, ma non c'è fretta.
Basta smetta di piovere

mercoledì 1 giugno 2016

Cirinnà, Cirinnà. ma che roba è questa qua

Ieri sono stata ad un convegno (il primo) sulla legge Cirinnà.
Era un bel convegno con relatori di un certo livello (prima tra tutti la dottoressa Cavallo, una che è entra in magistratura nel 1971, si è sempre occupata di minori e, come si suol dire ha fatto giurisprudenza).
Aveva due pecche, una che dipendeva dagli organizzatori ed una, purtroppo, da un certo modo di intendere e fare la politica.
Spiace sinceramente, vedere un deputato della Repubblica chiedere la parola ad un convegno in cui, dice, di essere presente come semplice avvocato, per sentirgli sostenere posizioni che confliggono già con una lettura superficiale delle norme.
Spiace se si pensa alla malafede (perchè il livello sarà anche basso e tutti ci siamo laureati con i punti della coop, ma è improbabile che sia così basso e che siano serviti meno di un migliaio di punti), spiace soprattutto perchè, le risposte date alle domande che poi gli sono state rivolte, spingono più a ipotizzare l'incompetenza o la superficialità nei giudizi (che va anche bene eh, ma se voglio sentire queste cose vengo a un comizio, se vuoi affrontare aspetti tecnici, anche criticandoli, li critichi tecnicamente. Il bar è in fondo al corridoio).
Fa invece sorridere, ma amaro, che organizzando un convegno come questo si sia sentito il bisogno di invitare, come relatore, l'avvocato-mamma-arcobaleno.
Ho provato fastidio fisico, non perchè c'era, non perchè le si chiedeva di esporsi, ma perchè era lì come lesbica con una relazione stabile e un figlio.
Ora, il suo intervento è stato toccante ed anche utile per passare dall'astratto esame delle norme alla vita vera, ciononostante, avrei preferito che trattasse un tema (ce ne sono così tanti) e su quel tema integrasse il contributo intellettuale col personale.
Così, sembrava il metalmeccanico al comizio del PCI o, se preferite, l'imprenditrice al meeting annuale di Confindustria (cose che non può capire chi non ha vissuto gli anni '80).
Comunque.
La Cirinnà è legge.
Come tutti sanno regola, diciamo due, aspetti delle relazioni sociali tutelate dall'art. 2 Cost.
Uno è quello delle famose (e famigerate) unioni civili tra persone dello stesso sesso, e l'altro è la regolamentazione della tutela riconosciuta alle cd coppie di fatto unite da un vincolo stabile, omo o eterosessuali che siano.
Secondo me ci occuperemo prima e più diffusamente delle coppie di fatto, perchè sono una realtà socialmente diffusissima e matura, quindi le situazioni "patologiche" sono numerose.
Però, oggi, alla ribalta ci sono le unioni civili, come è giusto che sia.
In moltissimi si sono stracciati le vesti su questa parte della legge, tutti detrattori, anche se spesso su opposte barricate.
Ora, la legge Cirinnà per me ha un enorme difetto: non introduce il matrimonio, meglio, non chiama matrimonio l'istituto che introduce.
Questa è la critica peggiore che mi sento di muoverle.
Naturalmente ne capisco il senso (non avremmmo mai avuto una legge. Punto), ma non mi piace lo stesso.
A chi ne ha tempo e voglia, consiglio di leggere la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha esteso il matrimonio egualitario, alle coppie dello stesso sesso.
Il relatore (un repubblicano nominato da Reagan) scrive, più o meno, che il matrimonio è un istituto fondamentale, tale da concorrere alla definizione del concetto stesso di amore, che  è scelto da chi intende travalicare il suo essere singolo ed aprirsi ad una dimensione più ampia, che insomma è così ganzo che sarebbe ingiusto non consentirlo a tutti, soprattutto a coloro che gli attribuiscono un valore così alto da volerlo per sè.
Naturalmente può far sorridere l'idea che parole così auliche siano usate dai giudici di un paese che celebra moltissimi matrimoni e moltissimi ne scioglie, con durate dei vincoli anche assai basse e quant'altro. Del resto, è il paese in cui una come Liz Taylor si faceva vanto di avere fatto sesso solo con uomini che aveva sposato (una fatica inutile, secondo me, ma contenta lei)
Dà però la misura dell'importanza simbolica riconosciuta all'unione tra due persone ed alla tutela che lo stato intende attribuirle almeno finchè dura.
Il nostro legislatore, per mille ragioni, non ultima l'opportunità politica, ha fatto esattamente il contrario.
Niente simboli.
Niente riferimenti alla "vita familiare" (tranne una svista a un certo punto), terminologia neutra, niente "rito solenne", via l'obbligo di fedeltà (ma sono decenni che la fedeltà fisica non conta praticamente più e la fedeltà spirituale rientra anche nel concetto di obbligo di assistenza morale, rispetto reciproco e comunanza di vita)
Niente di niente.
Però le norme della Cirinnà seguono pedissequamente quelle, indovinate un po'? Del matrimonio si, esatto.
Quindi quando Bertone e la sua comitiva, dicono che si è introdotto un matrimonio mascherato, ad essere intellettualmente onesti, tocca dare loro ragione.
E stappare lo spumante.
Lo stesso, in modo toruoso, potrebbe valere per l'adozione del figlio del partner.
Sarebbe stato bello avere un rinvio esplicito alla legge sulle adozioni, magari alla lettera b) e non d) dell'art. 44  consentendo così all'unito civilmente di adottare il figlio del compagno come possono già fare il coniuge o il convivente eterosessuale (con adozione non legittimante, parliamo comunque di questa tipologia, per tutti questi casi).
Ci spero fortemente, a dire il vero, ma al momento, il fatto che la legge, tra le esclusioni che prevede, non annoveri quella specifica normativa, consente ai tribunali di fare quello che stanno già facendo da tempo.
La Corte di Cassazione è lì che riflette, ha una riserva da sciogliere, incrociamo le dita e tifiamo perchè decida bene.
Ed a Sezioni Unite