lunedì 17 settembre 2018

the good wife

Quest'estate mio marito ed io abbiamo visto tutte e sette le serie di the good wife.
Voi non fatelo, non è questo granchè.
O almeno, non andate oltre la quinta.
Le ultime due sono un po' come certe sale di lettura di certe biblioteche dei miei anni universitari dopo che tutti avevano fatto più di un giro con tutti e non c'erano più sorprese.
Il telefilm (si dice ancora?) inizia con la protagonista, moglie casalinga di un procuratore di Stato, che si ritrova cornuta, maziata e in non poche difficoltà economiche quando le arrestano il marito per corruzione.
Via via che il plot si dipana, da moralista ingenua ed integerrima, diventa un avvocato molto efficace, una grande stronza e una discreta ipocrita.
Non so se sia una metafora dell'esistenza.
Una raffigurazione del passaggio che facciamo in molti quando ci ritroviamo a guardare in faccia la realtà e transitiamo dall'età dell'innocenza a quella maturità che ha già in se un vago sentore di marcio.
Dico in molti, perchè invecchiando mi rendo conto che alcune persone hanno la fortuna/sfortuna di non fronteggiare mai la realtà come la vedo io: multiforme, interpretabile, amorale, sempre riflessa, effetto di ragioni, ma raramente governata dalla Ragione.
Comunque questa tipa e tutto il mondo che le gira intorno ci ha fatto molto sorridere aprendo la strada a considerazioni superficiali.
Non è tanto il plot nel suo insieme che colpisce, sono i particolari.
In tutte le serie, non si vede mai nessuno mangiare.
La sola volta in cui sono a casa e cucinano, lei si fa aiutare a condire l'insalata mentre aspettano la consegna della pizza.
In compenso bevono tutti come spugne.
E visto che non mangiano, l'alcool non è mai il completamento del pasto: bevono perchè sono arrabbiati, disperati, nervosi, bevono al lavoro, come premio per un compito ben fatto.
Bevono, soprattutto, per rilassarsi alla fine di ogni giornata o per lasciarsi andare e abbordare qualcuno.
Vanno giù di shottini nei bar, come diciottenni con amici stronzi e un amore non corrisposto.
Fanno sesso, neanche poco, quasi sempre senza alcun coinvolgimento emotivo, ma sempre vestitissimi. Ora, non è che uno voglia o si aspetti di vedere chissà che, e non discuto che possa essere eccitante tenere su la giacca o il tacco 12, ma certe scene superano di molto il ridicolo.
Infine, lei si trasforma negli anni del liceo dei figli, da madre ansiosa (e un filino ansiogena), a una che ci si è trovata per caso e ha fatto un po' fatica a salutare.
Si passa da una donna che si fa venire un collasso perchè il figlio studia con una compagna e non stanno in bella vista ad una che, tre o quattro anni dopo, accetta con un sopracciglio alzato la sua decisione di abbandonare gli studi e sposarsi con una mai vista che forse lo manterrà.
Nel frattempo aveva digerito l'aborto della fidanzatina minorenne, autorizzato da suo marito (non ho capito a che titolo) e dai genitori della ragazza
Se mi immagino una serie del genere girata da noi, come scena d'apertura non vedo una conferenza stampa con lei che gli tiene la mano sconvolta e incredula.
Vedo una moglie incazzatissima che urla addosso ad un marito che l'ha riempita di corna mentre lei era a casa convinta fosse l'uomo migliore del mondo e, solo poi, stuccata a modino, fa ciò che deve (o vuole, o è opportuno).
Vedo famiglie coinvolte.
Fazioni
Amici che spariscono, ma solo dopo qualche mese 
Vedo comunque un lavoro trovato per la grazia di un vecchio amico un po' marpione
Vedo tavole apparecchiate e gente che ci rovescia sopra fiumi di parole.
Centinaia di tazze di caffè, a casa, in ufficio, con i colleghi, con gli amici
Ragazzini che pomiciano col libro davanti e discorsi falsamente imbarazzati su pillole e preservativi
Mamme, babbi e loro colleghi che fanno un aperitivo o escono a cena, bevono qualche bicchiere di vino e poi si danno da fare.
Prima, però, ti fanno capire che si spogliano.
E infine mi immagino un diciottenne che arriva a casa e annuncia che smette di studiare e si sposa una mai vista nè conosciuta.
Una che non è nemmeno incinta
E che sposa così, perchè nella vita ognuno deve fare i suoi errori
Ah l'aplomb
L'aplomb signora mia