mercoledì 18 dicembre 2013

giudizi....ovvero "torna con il tuo scudo o sopra al tuo scudo"

Anni fa pensavo di non volere figli.
Ero giovane, inesperta, ambiziosa e non avevo trovato una persona che volesse farne e con cui, soprattutto, volessi farne io.
Poi le cose sono andate come sono andate e ne ho fatti addirittura due.
Maschi.
Circostanza che di questi tempi, almeno da queste parti, sembra essere un'aggravante.
Non è andata male, tutto sommato, dire che sono felice di avere cambiato opinione non rende nemmeno vagamente idea di ciò che provo.
Però.
Però da quando i nani sono cresciuti e vanno a scuola alcuni aspetti negativi dell'essere genitore sono venuti fuori.
Il fatto è che io, piuttosto spesso, non mi sento in linea con il pensiero comune, con quello che si suppone pensi e faccia una brava mamma.
Attila, per dire, è piuttosto permaloso, egocentrico, vagamente vittimista, uno di quei bambini che ci mette poco a sentirsi escluso.

Ovviamente lo prendono in giro, anzi ovviamente lui ed i suoi compagniucci si sfottono a vicenda, chè, sia chiaro, la sua parte la fa senza problemi è subire che non gli piace.
Io lo trovo normale.  
Mi sta pure bene che ci soffra un po'.
Non riesco ad aderire all'impostazione generale secondo al quale ogni sfottò è un comportamento grave, ogni accento su un difetto, una particolarità, un errore, una sciatteria, un atto di bullismo da reprimere severamente. 
Io voglio che impari fin da subito che sarà sempre giudicato.Voglio che capisca che lo giudicheranno per ciò che fa, per ciò che è ed anche per ciò che penseranno lui sia o faccia.
Voglio anche che sappia che quando gli diranno che non lo giudicano, ma si limitano a valutare solo i suoi comportamenti, staranno solo adottando un più civile metodo di comunicazione, metodo che farà bene a fare suo rapidamente, perchè è giusto ed urbano, ma sempre e solo metodo è.
Hai voglia, infatti, a dire che trovi scorretto il comportamento di chi si infila le dita nel naso, si pulisce la bocca con la tovaglia o emette flatulenze a lezione, poi però, le metti in fila e mi fai sapere se Tizio è o no, a tuo parere, un bel maleducato.

Voglio che capisca ora che è piccolo che a volte lo giudicheranno correttamente, a volte sbaglieranno e che ci sarà pure chi lo farà in mala fede.
Voglio che impari a sottomettersi al giudizio altrui.
Voglio che impari ad accettarlo ed a sopportarlo.
Voglio che impari a ribellarsi ai giudizi che gli sembrano sbagliati, ma soprattutto che sappia fregarsene.

Voglio che prenda consapevolezza che anche lui giudica e come tutti, sbaglia, ci azzecca, a volte guarda con un occhio solo e pure miope, strabico e prevenuto.
Voglio che impari a giudicare se stesso e gli altri dai giudizi che lui stesso e gli altri daranno.
Voglio che diventi un uomo e non un ameba senza pseudopodi.
E così, per oggi, da Sparta è tutto

lunedì 16 dicembre 2013

perchè Natale quando arriva arriva


Questo fine settimana è stato ...tipico.
Il tipico fine settimana da "arrivo del Natale".
Abbiamo finalmente accontentato i nani che premevano per fare l'albero dal canonico 8 dicembre ed io, siccome la mia vena kitsch dà il meglio di sè in questo periodo, ho esagerato come al solito.
Sabato mattina abbiamo gironzolato senza costrutto mentre loro, i nani, si godevano una storia animata con annesso laboratorio "creativo" nella biblioteca del paesello.
Domenica abbiamo guardato un film, tutti insieme sul divano, copertina sulle gambe e camino acceso, e poco male se io i Croods comincio a tollerarli più o meno come le meduse nel mare sotto la canicola di ferragosto.
Ci siamo soprattutto, persi in una fantastica e collettiva chiacchierata su face time con lo zio, sbarcato da poco oltreoceano e nonostante la mancanza, ci siamo crogiolati nel suo successo.
Successo in cui, noi, non entriamo affatto, ma di cui siamo orgogliosissimi.
Tanto da linkarlo anche qua.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=185124411682329&set=a.124854421042662.1073741829.100005543134786&type=1

Torna presto però, chè lo sai, qua c'è chi ti aspetta. 

mercoledì 11 dicembre 2013

lavoro...farci l callo

Sono qui nella mia scatoletta, affiancata a tante altre scatolette, nel traffico del mattino.
Sono qua, nel mio bozzolo caldo, con la radio accesa.
Mi dirigo verso il sole, ma stamani non trovo conforto nella sua luce, perchè una nebbia inusuale lo fa assomigliare ad una grossa compressa di aspirina che si scioglie mussando nel latte (uno schifo, in effetti).
Diligentemente incolonnata, aspetto che compaia all'orizzonte la mia meta, le guglie e le torri del monolite in cui, come una zanzara a Gotham city, trascorrerò le prossime ore.
Sono nervosa, ho un fascicolo enorme, un faldone da venti chili che non porterò con me, perchè sarebbe chiaro indice della mia tensione per gli occhi di avversari a cui non voglio e non posso concedere appigli, tanto meno appigli psicologici.
Appena parcheggiato, estrarrò i documenti indispensabili, li rinunirò in un, falsamente incurante, uso bollo di quelli da compito di latino al liceo, e mi sforzerò di pensare ad altro.
Ho altre incombenze prima dell'udienza, l'ho studiata e prepararata a lungo, scritto un verbale di deduzioni fitto e dettagliato, mi è servito per sfogarmi, poi l'ho messo in coda al resto, e ne ho stampato un altro di tre righe.
Niente appigli, non farsi trascinare, non fare il loro gioco.
Tocca a me comparire davanti al giudice, perchè io sono quella che meno cede alle provocazioni, che è più in grado di sorridere ed essere gentile mentre visualizza se stessa trasformarsi in un'erinni che stacca il capo a morsi al collega, quella che sussurra se altri urlano ed infila due parole due, solo quelle, solo se servono davvero, a verbale; io sono quella stronza insomma.
 Ciò non significa che io non sia nervosa, non significa che morirò di freddo finchè non sarà finita, non significa che non sconterò la tensione.
E' così.
Quindi adesso entrerò, passerò dall'entrata VIP, facendo balenare il tesserino e saltando la coda per l'utenza, chiamerò la mia più cara amica, prenderemo un caffè al volo, lei mi darà le istruzioni perchè possa coprirla domani chè la bimba ha una visita medica, incontrerò la praticante e me la porterò appresso  sguinzagliandola per cancellerie.
E poi mi rassegnerò a reggere quel muro al quinto piano finchè non toccherà a noi, chiamata, mi siederò ed insisterò.
Solo quello: "l'avv. Ciacco insiste per la sospensione della provvisoria esecutività del provvedimento opposto"

Fredda, devo essere fredda.
Se si aprono le cateratte finisce in rissa


lunedì 2 dicembre 2013

Prato: "eh ma si sapeva!"

Ora.
E' noto che a me non piace parlare della cronaca nera ed ancora meno mi piace il commento alla cronaca nera.
Commentare morti variamente ammazzati, terremoti, alluvioni, incendi, inquinamenti e calamità, non mi riesce e non mi appartiene. Meglio il silenzio.
Commentare i commenti sulla cronaca nera mi potrebbe riuscire benino, ma in genere mi rifiuto di partecipare alle polemiche, spesso, spessissimo pretestuose ed in mala fede di chi non sapeva, non vedeva, approfittava, si faceva corrompere, gli andava bene così e scopre solo a posteriori lo scempio perpetrato "a sua insaputa" solo quando quello scempio determina un qualche dramma che lo tocca.   
Il fatto è che io sono intimamente cattiva.
E invecchiando peggioro
Mi viene anche lo sdoppiamento della personalità.
Perchè mi spiace e ci soffro.
Ma non riesco a dare tutta la colpa e solo la colpa ad un ente lontano ed estraneo, terzo, a quello Stato che tutti devono variamente fregare, ma che poi tutti doveva tutelare, anche da loro stessi, perchè se no è "assente".
Se ti compri una casa costruita abusivamente sull'alveo di un torrente e poi condonata, per dire, è evidente che c'è stato un amministratore incapace o colluso che non ha svolto bene il suo compito.
Se però, la cittadinanza stessa ha fatto pressione perchè quella casa, quel quartiere, fosse sanato con una dubbia variante, forse anche la cittadinanza deve fare un bel mea culpa.
E così quelli che quelle case se le sono comprate, e poi dicono, stravolti, in TV che bastava un acquazzone per andare sotto.
Eh già.
Se compri tuoi vestiti, le scarpe, gli accessori, i giocattoli o quello che ti pare a pochissimi euro "dai cinesi" davvero pensi che li facciano i buoni folletti di Babbo Natale a costo zero?
Non è nuova la storia che ci sono zone intere di Prato (e non solo e non da oggi) dove migliaia di persone vivono e lavorano a ciclo continuo producendo pronto moda di bassa, bassissima qualità a prezzi bassi, bassissimi.
Non è nuova la notizia che, i capannoni dove lavorano, sono quasi sempre di proprietà di italiani che ottengono canoni assolutamente fuori mercato fingendo di ignorare che quei locali saranno sì laboratori, ma anche camere, cucine, spazi giochi, aree sociali e quant'altro.
Non lo sono le imprese cinesi che nascono e muoiono rapidissimamente, il tempo di emettere fatture, perfettamente regolari ed utili per i grossisti ed i dettaglianti italiani, ma non di registrarle e  versare le imposte.
A volere guardare, non sono una novità nemmeno i sequestri dei capannoni, praticamente giornalieri, che polizia, carabinieri e guardia di finanza, eseguono per tutta la città, nè la mole di processi per sfruttamento dell'immigrazione clandestina.
Quindi: "eh si sapeva" oggi, lo dicono un po' tutti.
Almeno quello, chè di solito, mi pare, nessuno sapeva nulla prima che succedesse la tragedia.
Quindi "si sapeva" e si è fatto ?
Poco, troppo poco, perchè gli accordi col consolato e con l'ambasciata farebbero sorridere se uno ce la facesse.
Poco troppo poco perchè il mercato tira.
Poco troppo poco perchè chi lo fa girare magari si infervora per le tutele che vorrebbe per sè... e perchè i jeans "dei cinesi" costano addirittura 15 Euro, ma scherziamo? 
Poco, troppo poco perchè risolvere certe cose è come svuotare il mare col proverbiale cucchino.
Da tea però
E no, nemmeno i cinesi sono tutti uguali, non tutti lavorano nei capannoni o sfruttano quelli che lo fanno, alcuni hanno manualità, professionalità e capacità che non hanno niente da invidiare ai blasonati artigiani italiani.
Solo che è più facile fare di tutta un'erba un fascio