mercoledì 11 dicembre 2013

lavoro...farci l callo

Sono qui nella mia scatoletta, affiancata a tante altre scatolette, nel traffico del mattino.
Sono qua, nel mio bozzolo caldo, con la radio accesa.
Mi dirigo verso il sole, ma stamani non trovo conforto nella sua luce, perchè una nebbia inusuale lo fa assomigliare ad una grossa compressa di aspirina che si scioglie mussando nel latte (uno schifo, in effetti).
Diligentemente incolonnata, aspetto che compaia all'orizzonte la mia meta, le guglie e le torri del monolite in cui, come una zanzara a Gotham city, trascorrerò le prossime ore.
Sono nervosa, ho un fascicolo enorme, un faldone da venti chili che non porterò con me, perchè sarebbe chiaro indice della mia tensione per gli occhi di avversari a cui non voglio e non posso concedere appigli, tanto meno appigli psicologici.
Appena parcheggiato, estrarrò i documenti indispensabili, li rinunirò in un, falsamente incurante, uso bollo di quelli da compito di latino al liceo, e mi sforzerò di pensare ad altro.
Ho altre incombenze prima dell'udienza, l'ho studiata e prepararata a lungo, scritto un verbale di deduzioni fitto e dettagliato, mi è servito per sfogarmi, poi l'ho messo in coda al resto, e ne ho stampato un altro di tre righe.
Niente appigli, non farsi trascinare, non fare il loro gioco.
Tocca a me comparire davanti al giudice, perchè io sono quella che meno cede alle provocazioni, che è più in grado di sorridere ed essere gentile mentre visualizza se stessa trasformarsi in un'erinni che stacca il capo a morsi al collega, quella che sussurra se altri urlano ed infila due parole due, solo quelle, solo se servono davvero, a verbale; io sono quella stronza insomma.
 Ciò non significa che io non sia nervosa, non significa che morirò di freddo finchè non sarà finita, non significa che non sconterò la tensione.
E' così.
Quindi adesso entrerò, passerò dall'entrata VIP, facendo balenare il tesserino e saltando la coda per l'utenza, chiamerò la mia più cara amica, prenderemo un caffè al volo, lei mi darà le istruzioni perchè possa coprirla domani chè la bimba ha una visita medica, incontrerò la praticante e me la porterò appresso  sguinzagliandola per cancellerie.
E poi mi rassegnerò a reggere quel muro al quinto piano finchè non toccherà a noi, chiamata, mi siederò ed insisterò.
Solo quello: "l'avv. Ciacco insiste per la sospensione della provvisoria esecutività del provvedimento opposto"

Fredda, devo essere fredda.
Se si aprono le cateratte finisce in rissa


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