lunedì 2 dicembre 2013

Prato: "eh ma si sapeva!"

Ora.
E' noto che a me non piace parlare della cronaca nera ed ancora meno mi piace il commento alla cronaca nera.
Commentare morti variamente ammazzati, terremoti, alluvioni, incendi, inquinamenti e calamità, non mi riesce e non mi appartiene. Meglio il silenzio.
Commentare i commenti sulla cronaca nera mi potrebbe riuscire benino, ma in genere mi rifiuto di partecipare alle polemiche, spesso, spessissimo pretestuose ed in mala fede di chi non sapeva, non vedeva, approfittava, si faceva corrompere, gli andava bene così e scopre solo a posteriori lo scempio perpetrato "a sua insaputa" solo quando quello scempio determina un qualche dramma che lo tocca.   
Il fatto è che io sono intimamente cattiva.
E invecchiando peggioro
Mi viene anche lo sdoppiamento della personalità.
Perchè mi spiace e ci soffro.
Ma non riesco a dare tutta la colpa e solo la colpa ad un ente lontano ed estraneo, terzo, a quello Stato che tutti devono variamente fregare, ma che poi tutti doveva tutelare, anche da loro stessi, perchè se no è "assente".
Se ti compri una casa costruita abusivamente sull'alveo di un torrente e poi condonata, per dire, è evidente che c'è stato un amministratore incapace o colluso che non ha svolto bene il suo compito.
Se però, la cittadinanza stessa ha fatto pressione perchè quella casa, quel quartiere, fosse sanato con una dubbia variante, forse anche la cittadinanza deve fare un bel mea culpa.
E così quelli che quelle case se le sono comprate, e poi dicono, stravolti, in TV che bastava un acquazzone per andare sotto.
Eh già.
Se compri tuoi vestiti, le scarpe, gli accessori, i giocattoli o quello che ti pare a pochissimi euro "dai cinesi" davvero pensi che li facciano i buoni folletti di Babbo Natale a costo zero?
Non è nuova la storia che ci sono zone intere di Prato (e non solo e non da oggi) dove migliaia di persone vivono e lavorano a ciclo continuo producendo pronto moda di bassa, bassissima qualità a prezzi bassi, bassissimi.
Non è nuova la notizia che, i capannoni dove lavorano, sono quasi sempre di proprietà di italiani che ottengono canoni assolutamente fuori mercato fingendo di ignorare che quei locali saranno sì laboratori, ma anche camere, cucine, spazi giochi, aree sociali e quant'altro.
Non lo sono le imprese cinesi che nascono e muoiono rapidissimamente, il tempo di emettere fatture, perfettamente regolari ed utili per i grossisti ed i dettaglianti italiani, ma non di registrarle e  versare le imposte.
A volere guardare, non sono una novità nemmeno i sequestri dei capannoni, praticamente giornalieri, che polizia, carabinieri e guardia di finanza, eseguono per tutta la città, nè la mole di processi per sfruttamento dell'immigrazione clandestina.
Quindi: "eh si sapeva" oggi, lo dicono un po' tutti.
Almeno quello, chè di solito, mi pare, nessuno sapeva nulla prima che succedesse la tragedia.
Quindi "si sapeva" e si è fatto ?
Poco, troppo poco, perchè gli accordi col consolato e con l'ambasciata farebbero sorridere se uno ce la facesse.
Poco troppo poco perchè il mercato tira.
Poco troppo poco perchè chi lo fa girare magari si infervora per le tutele che vorrebbe per sè... e perchè i jeans "dei cinesi" costano addirittura 15 Euro, ma scherziamo? 
Poco, troppo poco perchè risolvere certe cose è come svuotare il mare col proverbiale cucchino.
Da tea però
E no, nemmeno i cinesi sono tutti uguali, non tutti lavorano nei capannoni o sfruttano quelli che lo fanno, alcuni hanno manualità, professionalità e capacità che non hanno niente da invidiare ai blasonati artigiani italiani.
Solo che è più facile fare di tutta un'erba un fascio

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