lunedì 21 luglio 2014

Del riciclo. Ovvero del lupo che non sogna che agnelli

Ho preso una storica decisione: l'abito per il matrimonio del secolo sarà riciclato.
A dire il vero non so ancora cosa indosserò perchè è prevista, per questa sera, una sessione intensiva di quelle da cui una donna esce distrutta e che un uomo non osa neppure affrontare
Ma non comprerò niente di nuovo.
Cioè niente a parte le scarpe superclassiche e molto belle che desideravo da tempo e che sono già al sicuro a casetta insieme alla borsetta che la gentile commessa non ha mancato di consigliarmi.
Ahem.
Dicevo, riciclerò l'abito.

Il fatto è che a me certi abiti  danno un filino d'orticaria: un po' è "cultura" personale, un po' taccagneria, un po' una questione di rapporto costi - benefici.
In primo luogo gli abiti da cerimonia mi fanno orrore. Quelle robe tipo damigelle di matrimonio ammerigano o lady ubriache ad un qualsiasi garden party non fanno per me
Poi, un abito per piacermi deve essere bello, o meglio, può anche fare schifo ai più, ma non può essere realizzato con materiali scadenti in modo scadente.
Il mio motto è: poco, ma buono.
Sono consapevole che per molti è meglio avere 20 cose diverse da indossare per una stagione e poi passare ad altro, ma per me non è così. Posso portare un capo 10 anni ed anche più, sono di gusti molto sobri o molto eccentrici e cerco cose che mi stiano bene, dei must del momento non so che farmene e comunque, al limite, per quelli ci sono gli accessori.
Infine, il vestito per un matrimonio, come per ogni altra cosa, deve essere adeguato: non vado in lungo alle dieci di mattina o alle quattro del pomeriggio e comunque mai in chiesa, nè col tailleur da lavoro o in ciabatte (no, nemmeno di strass).
Ognuno ha i suoi problemi
Visti i vincoli quindi, punto sull'ecologia.
Poichè però il lupo non sogna che agnelli, questo sacrificio non è dettato da mero spirito di liberalità.
Il fatto è che, girovagando in cerca di camicie per nani - di lino e con le maniche lunghe - sono inciampata davanti ad una vetrina e sono rimasta impassibile davanti agli sfottò del coniuge, non ho nemmeno sentito la solerte commessa, nè avvertito il rumore della serranda che veniva abbassata, solo dei gentili signori, col camicie bianco, sono riusciti a staccarmi dal quel cappotto.

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