lunedì 12 gennaio 2015

Ancora sulla libertà di espressione e scusate la prolissità, ma per me è davvero importante

Oggi sono oltremodo prolissa, lo comprendo, ma per me è fondamentale ribadire il messaggio che la libertà di espressione c'è solo se a tutti è consentito dire tutto ciò che vogliono e non solo se ciò che vogliono è giudicato accettabile, non offensivo, intelligente o non so che altro.
Il link qua sotto lo spiega bene in generale e con riguardo ai contenuti che girano sul web oggi
http://www.ilpost.it/massimomantellini/2015/01/10/i-moralisti-hanno-aperto-i-bar/
E a me fa paura pensare che, vedendo nell'altro il problema, ci scordiamo che non c'è altro da noi e dimentichiamo i fondamentali proprio quando sono l'unica cosa che può aiutarci.
Ho letto e sentito troppe volte in questi giorni il "noi e loro" variamente enunciato in mille sfumature ed il mio fastidio è aumentato ogni volta, lo confesso.
Un po' è il problema dello stereotipo, ma soprattutto è la superficialità di certe espressioni. Il negare l'ovvio, l'accettare come un dato incontrovertibile la reazione, naturale, alla mostruosità dell'accaduto ed al fatto che ciò che è accaduto ci è vicino, vicinissimo, nei fatti e nelle emozioni mentre è facile definire i colpevoli, i "mostri", lontani ed ontologicamente diversi da noi.
La sintesi di molte critiche era "noi litighiamo e ci dividiamo, ma non usiamo la violenza per sostenere le nostre idee".
Ma davvero?
Vediamo un paio di esempi: negli stadi e nei palazzetti dello sport la gente si mena per una squadra o per uno sportivo. Tifo lo chiamano ma c'è chi la definisce fede. Non è un problema solo italiano e, per quanto possa essere marginale c'è.
Noi adottiamo mezzi più violenti e duri quando fermiamo o arrestiamo extracomunitari, tossici, persone fuori dai canoni perchè li percepiamo diversi. Anche questo non succede solo in Italia, magari è anche involontario, istintivo, ma c'è, e spesso.
Noi spariamo a medici che operano interruzioni di gravidanza perchè pensiamo che la vita umana sia intangibile ed inizi dal concepimento in forza di un'interpretazione (discutibile e discussa) delle nostre sacre scritture. 
Noi abbiamo smesso l'altro ieri di ammazzare la gente perchè professava una fede diversa da quella della maggioranza e, ancora oggi, non trattiamo gli atei come i credenti (di qualsiasi confessione) in molti dei nostri paesi.
Mi fermo qui, ma il concetto mi sembra chiaro.
Ecco prima di usare il noi ed il loro secondo me è bene pensarci tre, quattro volte e poi parlare d'altro.
E non perchè quello che è successo non sia orribile, mostruoso, terribile o perchè qualche altro delitto dovesse avere più rilevanza.
Affatto.
Perchè ragionando con il noi ed il loro, si finisce davvero per perdere di vista la cosa importante.
Quella che più di ogni altra è avversata da soggettini come quelli che hanno sparato a Parigi
Ogni persona deve avere il diritto di essere ciò che è ed esprimerlo liberamente, beccandosi tutte le critiche e le contumelie del caso, se è il caso. Non foss'altro perchè così magari, in mezzo a tanto pattume, gira anche qualche idea rivoluzionaria (quella si), tipo le due o tre scemenze del buon Galileo o il fatto che i neri non sono inferiori o i gay non sono malati. Tutte idee che professavamo (ah il mio ottimismo!) dieci minuti fa e non è stato nè facile nè indolore smontare.
Il buon gusto, la buona educazione, il rispetto delle opinioni altrui che pure sono, per me fondamentali, non possono essere imposte da una qualche autorità altra da chi si esprime, pena la perdita della libertà per tutti.
E povero Voltaire.
Mi sa che era meglio se si dedicava a lucidarsi i bottoni della redingotte

2 commenti:

  1. Già è sempre "noi" contro "voi", ed è comunque la volontà di imporre un potere e un controllo, la libertà è da sempre pericolosissima. Sarà che a me è sempre piaciuta tanto la storia, l'ho studiata con attenzione e talvolta vedere gli inquietanti ritorni storici - venduti come "il cattivo nuovo" che avanza, ecco, mi fa paura perché significa che chi governa e chi riporta le notizie non ha una visione molto lucida.
    Ma è così difficile utilizzare questa chimera che è il rispetto? E' un gran peccato.

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  2. Guarda Marzia credo di essere una persona ottimista, però di una cosa sono certa, la sopraffazione fa parte dell'uomo, come la violenza, che in fondo non ne è che uno degli strumenti, il più rozzo, magari.
    Penso anche che non ci voglia un genio per capire che ogni gruppo umano ha i suoi tabù e nessun gruppo si sente particolarmente toccato sul vivo se non quando vengono colpiti i suoi. Per farti un es. tra tanti, ultimamente mi è capitato di leggere un post proprio su Hepdo su un blog di un noto (ed intelligente) babbo gay. Ora il nostro si tirava fuori dal "tutti come" lamentando che la rivista è, tra l'altro, omofoba o comunque poco rispettosa dei sentimenti dei gay. E questo è non solo comprensibile da parte sua, ma anche giusto, mi pare. Solo che pochi post prima sbeffeggiava pesantemente quelli che non adottano un alto standard estetico e ci andava giù duro con Parigi ed i parigini in genere. MI dirai che sono cose molti diverse, che sfottere il prossimo perchè è sciatto non è come sfotterlo perchè è omosessuale, e certo (sebbene tutti sappiamo quanto può essere pesante essere discrimianti per il proprio aspetto) la differenza "quantitativa" c'è. Ma la mentalità no, mi spiace quella mi sembra proprio la stessa. E bada bene non lo trovo uno scandalo. Per me è un fatto. Inelluttabile. Appartiene alla natura dell'uomo di pensare, ragionare, modificarsi in base non solo a ciò che capita direttamente a lui, ma anche attraverso l'oservazione dei suoi simili.
    E quindi eccoci qui, di nuovo, al fatto che non riesco a non vedere quanto conti il "noli me tangere" nel trovare o non trovare un'opinione leggittima o illegittima (cosa diversa dal condivisibile o non condivisibile)
    PS ricordati che io sono di Firenze, la lingua non la sappiamo tenere a freno

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