martedì 20 maggio 2014

Seduto davanti a me

Fino a pochi minuti fa c'era uno qui, seduto davanti a me, uno come tanti, potrei dire, ma mentirei.
Quando si siedono qui sono tutti diversi,
Prima no, prima, quando chiamano, sono tutti uguali, maschi e femmine, giovani e vecchi, freddi e emotivi.
Prima sono un cliente per cui gestire un rapporto andato male o una paternità/maternità che fa acqua da tutte le parti.
Quando si sono seduti diventano persone.
Lui è una persona.
E gli servirebbe aiuto oltre che supporto tecnico.
Gli ci vorrebbe un amico sincero che gli desse del cazzone, un padre, un fratello, e anche una mamma che se lo abbracciasse stretto, qualcuno che lo aiutasse a inventarsi un futuro facile e lieto.
Qualcuno insomma che gli dicesse chiaro che un figlio non è un dramma, che in fondo, è contento che arrivi e si vede, che i problemi si affrontano, che se si è scelto una storia che non guardasse passaporti, etnie e culture è perchè la differenza lo affascinava e stimolava.
Uno che possa dargli un consiglio e non un parere tecnico.
Non è il mio ruolo, non so niente di te ragazzo, non so cosa sogni, cosa vuoi, non so se l'ami o è stata una cosa-senza-seguito-dal-seguito-inatteso-e-gigantesco, non so se vuoi andare da lei, se lei vuole venire da te, se vorrai far il babbo davvero o essere il nome su un certificato e l'ordinante di un bonifico .
E devo mordermi la lingua, perchè è difficile non rispondere a uno che ti guarda con i tuoi occhi e ti chiede consiglio, ma io no, non posso.
Chiedimi di trovare il modo per farti arrivare dove vuoi, non chiedermi cosa è giusto.

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