venerdì 9 maggio 2014

La cena del dì di festa

Ieri pomeriggio abbiamo messo un altro, fondamentale, tassello al mastodontico progetto casa.
La questione è vecchia.
Lo so che altrove a quest'ora avevano fatto un paese e noi in tutti questi anni non abbiamo nemmeno tirato su un muro, ma di certi paesi costruiti altrove io non saprei che farmene, mentre il muro qua me lo sogno la notte.
Quindi ieri sera occorreva festeggiare.
Festeggiare in questa fase della mia vita in cui, data l'età, mi sento ancora più libera di esprimere certi tratti del mio carattere, ha una connotazione sempre più precisa.
Ho sempre preferito alla quantità la qualità, anche da ragazzina o da giovane donna, ma è vero che prima, mi piaceva andare a cena fuori per mille ragioni.
La qualità della cucina era importante, ma fatto salvo il limite della decenza, potevano giocare molti fattori: la voglia di uscire, la compagnia, il locale e chi più ne ha più ne metta.
Ora meno.
Passo anche troppo tempo fuori casa, gli amici hanno gusti ed esigenze simili alle mie, preferisco locali discreti e appartati e soprattutto se esco per festeggiare, a due o a quattro, non voglio cibarmi e non voglio nemmeno mangiare bene, voglio avere un'esperienza mistica.
Di quelle che la mattina dopo, quando ti alzi e vai in bagno, un po' ti dispiace, ecco.
Non era cosa fattibile ieri sera, ma festeggaire si poteva e si doveva.
Ho fatto la spesa, ho rinchiuso marito e figli in salotto, messo la musica e preparato cose semplici semplici come piacciono a noi, quattro, cinque ingredienti per pietanza, cotture rapide, buon vino.
Questo il menu:
- sformatini di acciughe fresche e patate;
- linguine con le triglie alla livornese
- ricciola all'isolana con patate, melanzane, zucchine e pomodrini al forno
- biancomangiare ai frutti di bosco e Antinori Nature (era una festa ma non da champagne)
In realtà gli sformatini li farò gratinare stasera e anche il dolce è lì che aspetta.
Il profumo delle triglie infatti era tale che Attila e Totila non ne hanno voluto sapere di aspettare e, partiti dal primo, ci siamo arenati sul secondo.
Lo spumante no, quello ce lo siamo scolati.
MEntre i nani dormivano

4 commenti:

  1. Alla faccia del menù semplice... quando tirirerai su il muro verrei a vederlo, anche solo per una di queste portate, potrei portare il prosecco ;-)

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  2. Be' non era nulla di complicato no?
    Sai a me piacciono solo piatti semplici, intendo poco elaborati non necessariamente facili da fare (anche se questi lo sono, giuro), ma c'è stato un tempo in cui mi sforzavo di fare cose "importanti" soprattutto se avevamo ospiti.
    Quando verrai col prosecco, ti consiglio di chiedere a mio marito se si ricorda del pomeriggio che passai a metter su un perfetto filetto alla Wellington e di quanto poi rimpiangemmo la carne "pura"
    (e anche quello: è lungo non difficile, per sbagliarlo bisogna impegnarsi)

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  3. No niente di troppo complicato, ma anche solo l'aver programmato una cena con antipasto primo secondo dolce mi pare lodevole, e poi ci vuole tempo a pulire il pesce...
    Mio marito è un carnivoro (io no, ma nemmeno vegetariana, il pesce mi piace) e si accontenta di mangiare carne buona al ristorante. Vedessi le sue espressioni quando gli presento finte cotolette fatte di sedano rapa, polpette di ceci e melanzane, insalata di farro e via dicendo (non è per la linea, che è andata da tempo, solo per gusto). Sai la nostra cena preferita? Spaghetti con le vongole e un buon prosecco. A proposito... devo andare a fare la spesa. Ciao!

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  4. Noi siamo onnivori e, come sai, fatichiamo a sopportare certe paturnie alimentari dei bambini.
    Il pesce però lo mangiano entrambi.
    E' sulle verdure che abbiamo difficoltà per cui anche io " trasformo"
    :)

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