mercoledì 10 dicembre 2014

la ricetta

E' notte e non è un caso.
La notte è un rifugio sicuro, un bozzolo caldo di affetti ed emozioni, il posto dove riposare e ripensare, riflettere ed abbandonarsi.
Ho la pretesa di credere che è questa la notte nel nostro letto, non solo per me.
Ma affetti ed emozioni non sono sempre piacevoli e l'ottimismo non è mai stato una tua dote.
Nemmeno quando era più facile essere ottimisti.
Ora, capirai, ora a volte è una scelta di campo, un atto di fede.
Non roba per te insomma.
Non dormiamo, sei nervoso anche se neghi, sei rientrato prima e, come sempre, è stata una mezza festa, ma a me non la racconti, ho tanti di quei campanelli in testa io, ormai, che il problema non è più che non scattino alla prima avvisaglia, ma che siano troppo sensibili e tintinnino per ansia eccessiva.
La mia.
Finalmente di sfoghi, ti apri, un po' esageri.
Ma va bene.
Poi ti ritrai, imbarazzato, e va bene anche quello.
Aspetto che tu parta con qualcuna delle tue brillanti analisi, ma non lo fai, mi chiedi invece qual è la mia ricetta.
Non ne ho, ti dico.
Anch'io oggi ho avuto la mia parte, c'è un limite anche per gli ottimisti costituzionali, assai oltre la decenza e la razionalità, ma c'è.
Taci e proprio quando penso che ti sia addormentato mormori una frase che mi porta lontano, a una parte di te vissuta decenni fa e mai superata, una che scava e scalza la carne viva.
La tua immensa verruca.
"Tu hai sempre una ricetta", mi dici, "tu devi avere una ricetta, non posso sopportare che tu non ne abbia una"
Non ho ricette amore e non ho risposte, ma ho grandi braccia e so stringere forte.

Nessun commento:

Posta un commento