lunedì 1 settembre 2014

Rientro

Firenze, lunedì, 1 settembre 2014.
Apro la porta della mia stanza e accolgo il suo silenzioso benvenuto: odore di chiuso, di carta e di polvere.
Spalanco la finestra e accendo il computer, sono tornata.
E' stata bella questa estate non bella, è stata calda di affetti, stimolante di discussioni e di letture, appassionata e generosa di tempo e riflessioni.
In questi giorni via, al mare prima e nella nostra amata settimana in montagna poi, ho avuto, per la prima volta, la netta sensazione che non siano, sempre e solo, gli atteggiamenti del genitore italico ad essere sbagliati o criticabili mentre quelli del genitore di altra nazionalità /cultura debbano considerarsi necessariamente improntati alla crescita ed allo sviluppo armonico della prole (e scusate se esce il giuridichese, ma scrivania e faldoni mi fanno subito quest'effetto).
Poichè, però, generalizzare è sempre sbagliato, gli episodi non sono altro che episodi e, soprattutto, non mi interessa valutare atteggiamenti, filosofia di vita e abitudini altrui, se non nella limitata prospettiva dell'effetto che la loro adozione potrebbe avere nel mio piccolo universo, la sola lezione che ne ho tratto, è che va bene così.
Me li tengo chiacchieroni al limite della logorrea, curiosi di tutto e tutti, espansivi e, forse anche, un filino invadenti, affettuosi e molto "fisici", vivaci, convinti che i limiti linguistici non siano un ostacolo per fare un castello di sabbia o guadare un ruscello e, in definitiva,  inarrestabili.
Gut gemacht, ovvero, "tutti maschi" come suonava la locuzione ad un Attila piccolissimo, incantato davanti ad un episodio, in tedesco, dei Barbapapà in montagna.

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