giovedì 5 giugno 2014

Pagamenti elettronici. Stato dell'arte e due o tre considerazioni

E' capitato un po' a tutti, credo, di trovarsi all'estero e notare una grandissima disinvoltura nell'uso delle carte elettroniche per pagamenti anche di importi molto bassi.
Nel patrio suolo, invece, molti usano il bancomat o la carta di credito per acquisti di medio importo, ma pochissimi lo fanno per pochi spiccioli.
In verità la tendenza si sta diffondendo, ma non si può certo dirla maggioritaria.
Da molte parti, si attribuisce l'abitudine al contante all'arretratezza italica, alla pigrizia, al fatto che c'è chi ha del buon nero da fare circolare nonchè alla cattiva educazione dei negozianti o dei gestori dei servizi che, non di rado, storcono la bocca davanti alla richiesta di pagare col bancomat .
Sicuramente queste motivazioni sono vere. Tutte vere.
Non sono le sole però o comunque, è facile darsi risposte superificiali senza prendersi la briga di approfondire.
Qualcuno si è mai chiesto quanto incide il canone fisso e la commissione bancaria per ogni versamento tramite un pos sul prezzo? su chi grava questo onere finanziario?  Come è calcolato il isngolo importo che l'istituto si trattiene? se è prevista un'armonizzazione a livello europeo?
No eh?!
Nemmeno io.
Poi mi è capitato di andare in tabaccheria per acquistare marche da bollo e contributi unificati e mi è stato detto che, per importi superiori ai 100 Euro, se pagavo col bancomat avrei dovuto aggiungere 1 Euro.
Non l'ho presa affatto bene ed ho cambiato esercente.
 Tempo una settimana ed anche il nuovo ha inaugurato questa abitudine.
Ormai lo fanno tutti
Ho chiesto e mi è stato risposto che lo Stato versa ai tabaccai per l'attività di riscossione di questo ed altri oneri (bollo auto, per es.) una frazione x dell'importo che noi tutti versiamo. Questa frazione, se la somma supera i 100 Euro, è inferiore all'importo della commissione applicata dalle banche per il pagamento tramite pos.
 Ergo l'esercente ci rimette del suo.
Dovrebbe esserne felice?
Difficile no?
Esiste ovviamente una direttiva europea, che però fa acqua da tutte le parti tant'è che il Parlamento UE sta cercando di porre un tetto unico europeo alle commissioni bancarie. Inoltre, da noi, è vietato addebitare sul consumatore il costo realtivo allo strumento che decide di usare per pagare la merce o il servizio, procedura invece considerata non solo legittima, ma normale in altri paesi membri come la Gran Bretagna (basta guardare uno scontrino)
La faccenda, non lo nascondo, ha iniziato ad interessarmi (ed a farmi infuriare) in vista del prossimo 30 giugno, termine in cui tutti dovrebbero dotarsi di un pos.
In verità la legge imporrebbe a tutti di allestire una postazione che consenta il pagamento elettronico.
Le due cose non sono sinonimi chè i miei clienti possono farmi un bonifico dall'home backing anche adesso, senza lasciare il mio studio  e senza alcun problema: ci sono anche troppi computer con accesso protetto ad internet e tutta la privacy necessaria.
Si sa però, da noi oltre alle leggi, ci sono i decreti ministeriali, quelli applicativi...insomma dice che ci vuole il pos.Mi sono informata in più istituti e, visto che faceva troppo figo, ho anche ascoltato uno della apple che mi sprolquiava che posso comprare un micro lettore da appiccicare al'i pad e sto a posto,.
Ogni transazione, mi costerebbe solo 2 Euro, senza canone mensile.
Ed in effetti ci mancherebbe solo quello per completare il quadro così che uno spende per comprarsi l'apparecchio, per le transazioni e pure corrisponde un canone di utilizzo
Insomma un vero affare
Resta da stabilire per chi.
Forse, e dico forse, se si vuole incrementare il pagamento con denaro elettronico, invece di prevedere obblighi che, mi sento di dire, saranno assai probabilmente disattesi nei fatti (con pos nascosti nel cassetto di fondo degli archivi e dei magazzini), è più opportuno far presente agli istituti bancari che tasse, imposte, balzelli, sono già più che sufficienti, così come  i già ridicoli costi di gestione e non di rado, di transazione.
Dei pagamenti elettronici dei bolli non parlo, per carità di patria.
Sono però consapevole che, a forza di tacere per carità di patria, finirò muta

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