giovedì 12 giugno 2014

Mamma ci racconti di un eroe vero?

Abbiamo un rito: prima di dormire, a luce spenta, mamma o babbo raccontanto ai nani una storia.
Attila e Totila non sono bambini privi di pretese, come ho già detto, ma ieri sera mi hanno messo in difficoltà.
Io, infatti, con gli eroi sono messa maluccio, non ne trovo uno che mi soddisfi.
Il fatto è che, quasi inevitabilmente, ogni eroe è tale solo per la sua parte e a me rimane difficile dare un'immagine parziale, non approfondita, dei fatti.
Problema mio, lo so, ma mi è sempre parso discutibile anche Muzio Scevola, chè chiedetelo a Porsenna cosa ne pensava del giovanotto infervorato che gli portarono davanti.
Ho provato a buttarmi su storie di fantasia, ma la richiesta era precisa e non si sono fatti fregare: un eroe vero, nato e morto, di ciccia insomma.
Ed allora mi è venuto in mente Rodolfo Siviero
Non che anche lui sia esente da critiche, volendo, chè qualcuno potrebbe sostenere che avrebbe fatto meglio a lasciare perdere e non fare ciò che fece.
Lo deve avere pensato anche lui perchè, con spirito tipicamente fiorentino, chiese ed ottenne di essere sepolto nella basilica di Santissima Annunziata, ma in un loculo anonimo, senza nome.
Modesto, certo, ma anche accorto chè non si sa mai
Comunque Rodolfo Siviero è stato l'eroe del giorno.
Che fece?
Passò parte della sua vita a impedire che ci fregassero le nostre più belle opere d'arte e l'altra ad andare a riprendersele, i nazisti infatti, prima e durante la seconda guerra mondiale avevano spogliato e depredato un po' in ogni dove: da Pompei e Capodimondo a Montecassino, dagli Uffizi ai musei romani, dalle case private (a Goring non dispiacevano i De Chirico che il pittore teneva a casa sua a Fiesole) a capolavori più che pubblici, universali (dalla Danae di Tiziano all'annunciazione del Beato Angelico, alla Madonna del solletico, dal Discobolo Lancellotti ai Rubens, dai Tintoretto ai reperti etruschi e romani e chi più ne ha più ne metta)
E non pensiate che se ne stesse seduto ad una scrivania a siglare letterine più o meno cortesi.
Non erano i tempi, a parte il resto.
Si comportò da vero agente segreto e fece anche un bel po' di doppio gioco, rischiando le penne di qua e di là, fu arrestato e torturato a Villa Triste e se la cavò grazie all'aiuto di altri doppiogiochisti come lui.
Aiutò i nazisti nell'impacchettamento e nel trasporto, così da sapere da dove passava cosa, e quali erano le tappe e le destinazioni
Avvertì gli alleati quali convogli non bombardare, non attaccare.
Avviò e mantenne contatti per farsi restituire quella enorme mole di capolavori e non smise mai di cercare cosa non ritrovò.
Insomma non uno stinco di santo forse, ma uno a cui dovremmo essere grati.
Almeno un pochino di più

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