mercoledì 19 ottobre 2016

Io sono una Medici, mica quelli lì

Ciao,
Sono Anna Maria Luisa/Luigia/Lodovica... va be' facciamo Anna Maria e non se ne parli più.
In casa mia hanno fatto un po' di casino con me.
Il nome è il meno.
La mia mamma era così contenta che arrivassi che quando ha scoperto di essere incinta si è scapicollata una giornata intera a cavallo per vedere se le riusciva di abortire.
Ma io non sono una principessa francese tutta nei posticci e bon bon come lei, ho preso dai miei vecchi, quelli di via Larga, un po' d'aria fresca mi ha fatto solo bene.
Infatti sono nata.
E mi piace un sacco andare a cavallo.
Quando avevo un po' meno di nove anni, il babbo e la mamma si sono separati.
Lei ha rinunciato a tre o quattro cose (privilegi da Orleans, titoli, roba), ha detto che tornava a casa sua e si chiudeva in convento (siii, a voglia, proprio lei che non se ne faceva scappare mezzo) e non l'abbiamo più vista.
Per fortuna c'erano il babbo e la nonna (che in ritratto viene malissimo, ma mi voleva tanto bene).
Siccome non ero tanto svenevole e vezzosa, quando ero giovane, dicevano che ero fredda e scostante. Però insomma, mettetemi nei miei panni, i miei 'un si potevano vedere nemmeno dipinti, la mi' nonna 'un faceva che dirmi che avevo dei doveri come principessa di rango e che per carità imparassi a tenermi e non fare la scema come quella tr...ia di mi' ma' e in più ero bellina si, ma come un corazziere.
Tra me e la tenera fanciullina di moda a mi' tempi, ci correva come tra il vestito che la trisavola Contessina c'aveva davvero quando ha sposato il trisavolo Cosimo e quello che le hanno messo ieri in televisione.
Poraccia, c'è tutta la famiglia che la sfotte.
Bianco, dico io, tutto bianco senza nemmeno un ramagio, un'ombra di broccato, due ricami e per di più, giusto appena una catenina d'oro fine al collo.
Sono di nuovo tutti a rinfacciarle che se non s'aveva bisogno di un titolo col cavolo che diventava una Medici lei, chè i Bardi non c'avevano più nemmeno gli occhi per piangere e del su' costo, mezzo s'è ripreso con gli interessi.
Capirai, quella strega di Clarice non fa che vantarsi del suo matrimonio, dell'appannaggio, delle feste e dei tornei...ma del cesto di corna che il bis bis nonno Lorenzo le ha fatto con la Donati non dice mica nulla sai?
Com'era "quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia..."? Si, ciao core.
Divago.
Insomma, io sono l'ultima.
Per carità ho avuto dei fratelli, ma ve li raccomando.
Fra tutti non sono stati capaci di fare nemmeno un erede.
Nemmeno bastardo.
Altri tempi quelli in cui s'era tutti coniglioli
Si, è vero, non ho avuto bambini nemmeno io, ma io sono femmina e gli eredi avrei dovuti farli al mi' marito.
Invece.
Anche quella del marito, è stata una storia abbastanza speciosa.
Prima il delfino di Francia, ma mamma non ha voluto, dice che due Medici regine di Francia erano abbastanza e lei d'intorno non mi voleva.
Poi l'erede al trono del Portogallo, ma lui era un fantolino e con la reputazione della mi' mamma i consiglieri della corona hanno avuto paura che me lo rigirassi intorno al mignolo.
Poi il cognato del re di Inghilterra.
E nel mezzo un monte di gente che non era alla mia altezza.
Alla fine mi hanno trovato questo Giovanni Carlo Guglielmo, Elettore Palatino.
Era vedovo, ma m'andava bene e s'è firmato il contratto
A lui, di me, è piaciuto un ritratto un po' farlocco e le descrizioni pettegole di chi mi aveva visto.
A me di lui, proprio non saprei, magari il fatto che m'ha fatto una sorpresa e m'è venuto incontro fino a Innsbruck  per portarmi a casa sua a Dusseldorf.
Ci siamo voluti bene, anche se pare strano, con tutta la manfrina sulla ragione di Stato e il resto.
Quindi fatemelo dire, i' mi' Guli non è morto di sifilide e non me l'ha attaccata.
Siete una manica di maldicenti
Io sono morta per un cancro al seno. Alla fine c'avevo una palla che m'opprimeva tanto che un' potevo respirare.
Dice che ora potete fare prevenzione.
Ecco 'un fate le bischere e fatevi vedere.
Comunque
Quando Guli è morto sono tornata in giù, mi mancava il panpepato.
Ora, io sono bona e cara, ma su una cosa non transigo: la roba mia, è mia.
Me la sono ripresa anche da Dusseldorf  e sì che io lì ci sono stata bene e c'ho tanti bei ricordi.
Sicchè quando hanno cominciato a cianciare che non potevo ereditare i' titolo da i' mi fratello per via che sono femmina e si sono messi a leticare su chi doveva avere i' mio come se si fosse tutti di già sotto i marmi alle Medicee, non l'ho mica presa tanto bene.
Ho provato in tutti i modi a tenere stretta questa città e questo staterello, ma quando ho capito che non c'era verso, ho realizzato anche un'altra cosa: regnassi io o no, con il potere e con Firenze, noi s'era chiuso.
Ma i' mio no, i' mio a quelli che calavano per prendersi il Granducato, non glielo volevo lasciare.
Non avevano avuto nemmeno la grazia di venire, m'avevano mandato quel Craon lì a fare la manfrina di offrirmi la reggenza e poi m'era rimasto d'intorno a gozzovigliarmi per mezza casa.
E sicchè gliel'ho detto a tutti, imperatori, re e compagnia cantante che non pensassero di farci fare la fine di Parma, di Mantova o di Ferrara: i' Davide nel giardino di casa di uno a caso, ni' ghiaccio che c'è lassù, non ce lo dovevano potere portare.
Icchè l'è mio, l'è mio fin che campo, e anche dopo bisogna sia fatto come pare a me.
Gli sarà rimorso la coscienza, perchè ci siamo messi d'accordo e s'è firmato un foglio che stabilisce che i Lorena diventeranno anche Granduchi, ma non potranno "levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... della successione del Serenissimo GranDuca (i mi' fratello)", perchè tutta questa bella robina deve restare "per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri"
Tiè
Per pigliarmi un po' per i fondelli l'hanno voluto chiamare "patto di famiglia", gli par d'esser spiritosi, ma lo sanno anche loro che gliel'ho messo sotto la coda.
Le mie gioie personali (non per vantarmi, ma c'ho dei gingillini bellini di nulla) le ho lasciate a Francesco, perchè non pensi che tra noi è un affare personale, lo so che è uno sveglio.
Date retta a me, lo faranno imperatore quello.
Le terre le lascio al Rinucci ch'è tanto un buon figliolo.
Mi rode per le vesti di Stato, figurati se un ce le smontano per staccare perle e pietre.
Vorrà dire che per la galleria del costume v'arrangiate eh!?
Un' posso mica fa' tutto io.




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