martedì 14 aprile 2015

Progetto partecipato per l'edilizia scolastica 2 (ma sarebbe 3)

La scorsa settimana si è tenuto il terzo incontro del tavolo di garanzia che è stato costituito per monitorare l'iter del progetto partecipato per l'edilizia scolastica.
Scopo degli ultimi due incontri è stato quello di raccogliere le risposte, motivate, agli imput ricevuti da popolazione, insegnanti, personale e studenti al fine di valutarne completezza ed intellegibilità, prima che vengano sciorinate urbi et orbi insieme a fantasmagorici rendering e stupendissime mega maxi tavole dell'insediamento.
Il fatto stesso che gli incontri siano stati due (e non uno) dovrebbe farvi capire che la supercazzola è stata tentata e, naturalmente, tentata in entrambe le sedi.
La prima volta in modo più subdolo, visto che attorno al tavolo della sala consiliare, c'eravamo solo noi e la mediatrice la quale, porella, aveva in mano le riposte scritte di tecnici e politici: "questo si, bravi!",  "questo no ci spiace ma....".
Ora non voglio dire che non si fossero impegnati a motivare e circostanziare, e non so se altrove, tanto sarebbe bastato, ma senza tavole di progetto e un confronto sereno con ingegneri ed architetti, queste risposte rimanevano un po' lì, a piccione* , non soddisfacevano noi ed avrebbero certamente portato a sommosse popolari in un posto dove, va detto, il nero fa schifo, il bianco non piace, il grigio non merita alcuna considerazione e, comunque, 50 sfumature sono pochine.
Abbiamo quindi chiesto ed ottenuto un secondo incontro con progettisti, responsabili tecnici del comune ed assessore.
Tutta bella gente che ci ha garantito un paio di ore di piacevole conversazione e non pochi "comesefosseantani" sui punti più spinosi.
Il mio preferito è stato il capoccia dello studio che progetta, uno che snocciolava norme come se non ci fosse un domani e non si faceva capire neanche per sbaglio, per lui nessun problema, tutto sarà edificato nel pieno rispetto delle disposizioni di settore: leggi, decreti ministeriali e financo regolamenti.
Peccato che il rispetto delle norme lo dessimo per scontato e volessimo capire il perchè di certe scelte e non altre (bella la previsione di spazi aperti inclusi tra le aule, tipo domus romana, in aggiunta al giardino esterno, ma che schifo gli alberi sempreverdi; belli i percorsi facilitati per fare muovere in autonomia i ragazzi con qualsiasi tipo di difficoltà, ma che brutto escludere la richiesta di una collaborazione con l'apposito dipartimento dell'università; abbiamo capito che la normativa non consente l'uso dell'acqua piovana  per gli scarichi, ma allora usiamola per l'orto....cose così, più i chiarimenti base del dove è stato previsto questo o quello e perchè)
Povero il mio conte Mascetti, non aveva messo in debito conto che oguno di noi, per la parte che più gli premeva, era arrivato agguerrito e con il grembiule, il coltellaccio e il ghigno del Sottococo Giovannone
Insomma, è stato interessante.
Sul resto, vedremo.
Ciò che so è che, sempre più spesso, mi scopro impaurita dalla superficialità che si dimostra e che ci si aspetta di incontrare, più che dalla malafede.
Questa sarebbe già sintomo di un impegno.

* ndr dicesi a piccione di cosa messa lì come un uccello sui fili dell'alta tensione

2 commenti:

  1. Seguo con interesse questa vicenda, spero che alla fine vedrete i frutti dell'impegno profuso.
    Comunque mi segno questa frase "il nero fa schifo, il bianco non piace, il grigio non merita alcuna considerazione e, comunque, 50 sfumature sono pochine" ... mi serve tanto!

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