giovedì 9 ottobre 2014

Di sentinelle (in varie posizioni) e matrimoni

Non condivido la protesta delle sentinelle in piedi, anzi, devo dire che mi sembra sbagliata nel merito ed anche nei tempi visto che, purtroppo, non mi sembra che al loro concezione tradizionale del matrimonio sia davvero minacciata da alcunchè.
Non condivido nemmeno però tutto questo urlare e stracciarsi le vesti per chi ha deciso di manifestare il suo pensiero standosene in piedi nel bel mezzo della via con un libro in mano.
Come è noto ho un problema con il politically correct e con tutto ciò che presupponga l'astenersi dal dare giudizi o la limitazione alla libertà di pensiero e di espressione.
Insomma: se la gente non è libera di fare o dire scemenze, io come faccio a decidere chi, per me, è scemo e chi no? E se non posso deciderlo, quella stessa gente come fa a capire quanto sono scema io?
La storia è lunga, ma secondo me dare giudizi è connaturato alla natura umana e non è quello il problema.
Il problema sono i giudizi che si danno, caso mai.
E io li do.
A bizzeffe.
Nello specifico delle sentinelle, degli omosessuali e del matrimonio il mio giudizio è semplice e banale: tutti dovrebbero essere liberi di sposarsi.
Non di sottoscrivere PACS o altri acronimi vari.
Sposarsi.
Punto e basta.
Poi, siccome appunto io ed il politically correct non ci frequentiamo (e mi sta anche un po' antipatico) aggiungo che, secondo me, non dovrebbero essere riconosciuti a nessuno diritti fuori dal matrimonio.
Ovviamente il matrimono stesso, come istituto, andrebbe rivisto, consentendo una maggiore libertà di regolamentazione (o solo una maggiore informazione sulle possibilità che già ci sono e nessuno usa) ed intervenendo sulla fase patologica abrogando la separazione.
Però insomma, al netto delle difficoltà pratiche attuali per le coppie che non possono contrarre un vincolo, perchè omosessuali o perchè uno dei due non ha ancora recuperato lo stato libero, ritengo che chi sceglie di non formalizzare il suo rapporto, non debba vedere automaticamente discendere diritti ed obblighi da quella che è, ed è giusto sia, una scelta privata.
Se si sceglie la libertà, l'assenza di vincoli, si deve restare liberi.
Non come accade adesso, in Italia, per cui si è davvero liberi di mantenere un rapporto nella sfera privata solo se questo non può uscirne, cioè solo se si ama una persona del nostro stesso sesso.
Se si è una coppia eterosessuale, una serie (più o meno limitata) di diritti ed obblighi conseguiranno per il solo fatto che si è una coppia.
E chi non li voleva?
Si rassegni.
Sono consapevole che la mia idea va in assoluta controtendenza ed è più minoritaria di quella delle sentinelle.
Ma è la mia ed io sono per la libertà e non per le prese in giro

4 commenti:

  1. Ma sai che nemmeno io ho mai capito perché i conviventi dovrebbero avere dei diritti particolari? Vuoi un contratto? C'è già, è il matrimonio. Che non sia permesso il matrimonio religioso agli omosessuali lo capisco, ma che non si ammesso quello civile è davvero assurdo.

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  2. Ora, Melinda cara, capire è una parola grossa.
    Credo però che sia legato, da un lato, ad un dato sociologico: le coppie che decidono di non sposarsi sono molte, hanno anche comprensibilmente dal punto di vista della colletività un riconoscimento dato dalla stabilità e dal tempo e non di rado si tende a considerarle (lo faccio anche io) "come un matrimonio".
    Dall'altro il dato è anche storico, se vuoi, giacchè con buona pace di quello che ci hanno raccontato dada bambini, fino ai primi del '900, soprattutto negli strati più umili delle città industriali, non era poi così strano sposarsi "dopo" e vivere "come se..." prima che nascesse un figlio (poi per carità le statistiche dei figli della colpa erano altissime, ma questi bambini non diventavano tali perchè nati fuori dal matrimonio, ma perchè i babbo spariva appresa la gravidanza, se no erano come tutti gli altri)
    Infine, sposarsi non è un obbligo, nè morale, nè sociale, nè etico nè tradizionale, o lo è sempre meno.
    E tutto questo mi sta bene. Non sono una sostenitrice del matrimonio in quanto tale. Credo però che uno stato debba offrire strumenti chiari e certi a tutti nonchè la possibilità di scegliere se utilizzarli o no. Quindi, per me, la cosa migliore è consentire a tutti di contrarre un vincolo che abbia un'unica natura, perchè trovo intrinsecamente discriminatorio avere due tipi diversi di unione (possiamo chiamarlo Piero, ma Piero per tutti). E poi consentire ai singoli che lo vogliono di modularne il contenuto sostanziale secondo le loro esigenze, perchè anche qui, capisco che non tutti desiderino avere le stesse conseguenze o con la stessa portata (e del resto già si può almeno per i rapporti economici).
    Credo però che sia giusto da un lato che due che si mettono possano pretendere che la faccenda rimanga esclusivamente privata e non coinvolga altri che loro, e, soprattuttoo, che non derivino comunque e senza la loro volontà conseguenze giuridiche dalla loro unione (avrò diritto di non volere che il compagno che mollo subentri automaticamente nel mio contratto di affitto?).
    Non credo di dovere aggiungere che i figli in tutto questo non c'entrano neinte, vero?
    Quanto ai gay, sono persone o no? Come le altre o no?

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  3. Io la penso come te... e approfitto per un salutino! confido di tornare a scrivere un po' spesso come prima... ne ho bisogno! :)

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  4. Ciao Gio' che bello ritrovarti!
    E sarebbe bello anche se tornassi a scrivere.
    Anche perchè sono mooolto curiosa di sapere tutto sui tanti cambiamenti avvenuti nella tua vita

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