lunedì 10 marzo 2014

mamma di figli maschi l'8 marzo


Tu, cara la mia mamma di figlia femmina che sabato bivaccavi con me ai margini di quella festa di compleanno hai certamente letto quell'articolo/post di qualche tempo fa, quella "lettera aperta" con cui un'altra mamma di figlia femmina faceva un pistolotto lunghissimo su come una mamma di figlio maschio dovrebbe educare la sua progenie.
L'hai letto, l'hai interiorizzato, ci hai messo del tuo.
E fin qui...
Ma proprio a me dovevi rovesciare addosso tutte le tue considerazioni?
Proprio io dovevo essere la discepola beneficiata dalla tua lectio magistralis?
E proprio sabato, in giardino, con quel solicino e la mimosa in fiore?
Chè io ce la metto tutta a fare la brava, a sorridere e dirti che è vero, che hai ragione, che sarebbe bello se le bambine che ieri giocavano a pallone e saltavono sul tappeto elastico, avessero una vita più semplice, strade più aperte, maggiori riconoscimenti, opportunità vere, uguali a quelle dei maschi.
Il fatto è che io lo penso, lo penso davvero e combatto, nel mio piccolo, le mie battaglie perchè avvenga.
Poi incontro te e non ce la fo.
Mi hai rovianto l'otto marzo, sappilo.
Perchè vedi io non insegno ai miei figli a rifarsi il letto perchè domani tua figlia abbia la vita più facile.
Ma proprio per niente.
E non è quella la ragione per la quale cerco, in ordine sparso e del tutto casuale, di far loro apparecchiare e sparecchiare la tavola, rimettere in ordine i giochi, buttare i panni sporchi nel cesto della biancheria e un domani chissà, anche in lavatrice, coinvogerli nella preparazione di pranzi e cene, alzare la seggetta del water prima di fare pipì (pena lo strofinamento dei musini sulla suddetta asse come si fa con i gattini che hanno preso la lettiera per un parco gioghi e la fanno fuori).
A me 'sta storia che siccome tutti i maschi hanno avuto una mamma per cui, se del caso, la colpa è sua, proprio non va giù.
Perchè diciamocelo, vale anche per le femmine, e  infatti c'è della robina a giro che levati...

Quindi te lo ripeto, non lo faccio per tua figlia, lo faccio per i miei di figli, perchè domani possano andare per il mondo ed avere una vita piena e serena, dotati di quelle capacità minime necessarie che  consentiranno loro di vivere da soli o in compagnia, in modo decente.
E con questo non voglio dirti che tu dovresti insegnare alla tua bambina a cambiare una lampadina, aprire un cofano, usare il disgorgante, non urlare come una forsennata per un ragno/topo/colibrì chè tanto con le urla non se ne vanno.
Fai tu.
No voglio dirti che finchè l'idea delle mamme di figlie femmine sarà che i maschi devono essere educati ad "aiutare" le femmine nei lavori quotidiani, le cose non andranno avanti proprio per niente.
Facciamo invece che ognuno deve imparare ad occuparsi di sè stesso.
E visto che ci siamo, facciamo anche che i miei figli si trovino una/o che non sia venuto fuori da te eh?



4 commenti:

  1. Hai proprio ragione, ognuno deve saper badare a sé stesso. A volte io dico che mi piacerebbe che il mio Giovannino diventasse un "maschio migliore", lo dico scherzando, ma in realtà un po' ci credo. Penso più che altro ad un discordo di sensibilità, spero che l'ambiente femminile lo condizioni positivamente. Mio marito a volte teme che venga influenzato fin troppo... tipo quando lo vede girare col tutù da danza rosa :-)
    Comunque anche le mie bambine vorrei ragionassero sul saper badare a sè stesse, in tutto! Sarà il nostro nuovo motto ;-)

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  2. MAh! sincerametne credo che quella sul fatto che i maschi siano meno sensibili delle femmine sia una delle più grosse stupidaggini mai dette. Si può parlare di capacità di esprimersi forse, per quanto, insomma, in letteratura non manchino le prove che gli uomini sanno esprimersi benissimo.
    La questione forse, per le vecchie generazioni andrebbe più incentrata sul sentirsi liberi di esprimersi
    E la faccenda del maschile/femminile, del resto, vale anche per molte altre doti o caratteristiche attribuite agli uomini ed invece tipiche dell'essere umano e basta: pensa la coraggio o all'intelligenza.
    A me pare che ci facciamo delle belle gabbie e ci chiudiamo dentro da soli.
    Per dire, mio cugino (e poi i miei figli) tra i 3 ed i 6-7 anni, adorava farsi "pruccare", profumarsi, travestirsi e credo di poter dire senza tema di smentita che questo non ha affatto influito poi sulla formazione della sua identità di genere (per dirla in politically correct spinto).
    Quanot poi al fatto che un maschio femminilizzato sia "migliore" per questo...oddio ma sei sicura sicura?
    Voglio dire: immaginati un mondo pieno di gente che si lamenta, spettegola del nulla, si fa un sacco di film alla radio, passa le ore a pensare se avevo fatto, avevo detto?
    Insomma se dobbiamo fare del qualunquismo spinto, non possiamo solo pensare ai difetti che attribuiamo noi a loro, ma anche quelli che loro attribuiscono a noi no?

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  3. Odio anch'io i luoghi comuni, però nella mia esperienza trovo differenze nei maschi cresciuti in ambienti più femminili. Sicuramente come dici tu è anche un discorso di libertà di espressione. E comunque non volevo sostenere che le femmine siano meglio, ce ne sono di assolutamente insopportabili. In generale anche una femmina cresciuta in mezzo a tanti maschi probabilmente apprezzerà e capirà meglio il mondo maschile, o no?
    PS: tuo figlio è un amore

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  4. Sono d'accordo, conoscersi è l'unica strada.
    Se poi si riesce a farlo senza troppe sovrastrutture e forzature, allora è perfetto.
    E grazie per il nano. Mi fa impazzire ma senza di lui la mia vita sarebbe molto meno allegra

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