mercoledì 5 marzo 2014

Anna e Marco, una vecchia canzone

Era martedì grasso.

Era la festa di carnevale della casa del popolo del paesello.
Era una bolgia infernale.
C'erano tutti, dai 3 mesi ai 103 anni, ognuno con la sua giustificazione o la sua scusa, ognuno con la sua maschera, comprata per l'occasione ed indossata consapevolmente o messa su distrattamente come ogni mattina.
C'ero anche io, con i miei tempi da pessima madre in perenne ritardo, ma c'ero.
E la scena più bella non me la sono persa.
Quando sono arrivata Attila era sul ballatoio, tra lo scalone e l'ingresso della sala della tombola trasformata per l'occasione, negligentemente appoggiato al tavolo che era stato usato come biglietteria e rivendita di coriandoli e stelle filanti. Lei stava in piedi, molto vicina, avvolta in un abito da principessa troppo grande per la sua figura minuta.
Parlavano fitto fitto a voce bassa, un esercizio apparentemente inutile vista la confusione.
Sono sgusciata dentro senza farmi vedere appena un attimo prima che loro decidessero di fare altrettanto.
Il loro ingresso è stato però, molto migliore del mio: sulla porta, si sono voltati l'uno verso l'altra, hanno proteso le braccia, assunto una strabiliante posizione da valzer viennese, e, sordi alla canzonetta pop che stavano suonando, hanno seguito una loro personale melodia girando tutta la sala tra lo stupore generale.
Poi, si sono presi per mano ed hanno cercato un altro angolo tranquillo
E lo so che sono cse da bambini, che non hanno senso nè importanza, ma come sono belle e quanta delicatezza, quanta dolcezza.
Mi è così tornata in emtne quella vecchissma canzone di Dalla
..."ma dimmi tu dove sara'
dov'e' la strada per le stelle
mentre parlano
si guardano e si scambiano la pelle
e cominciano a volare..."

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