mercoledì 28 febbraio 2018

Vegano dammi la mano

Per tristissime ragioni familiari, nei giorni scorsi, i miei cognati sono stati con noi.
I cognati sono, chi più, chi meno, vegani.
Gli unni sono fermi al paleolitico, non che si possa dire che non mangino verdure, ma di certo se lasciati liberi a loro stessi non avrebbero dubbi su quale parte scegliere nella dicotomia cacciatore - raccoglitore.
Il livello emotivo dei maschi di casa può essere molto basso e questo, va detto, senza distinzione per età, grado di istruzione o esperienza di vita e quindi abbiamo assistito a sorridenti accuse di neanderthalesimo aggravato (lo zio ai suoi nipoti) e ad invocazioni a Goldrake (i nipoti allo zio).
Non c'è che dire, si amano alla follia e, nonostante distanza e tempi molto limitati, si capiscono alla perfezione.
Lui cercava di convincerli che la ciccia è immorale, loro che solo un pazzo rinuncerebbe al prosciutto ed al parmigiano.
Lui asseriva che possiamo benissimo vivere senza nutrirci di carcasse animali, loro che il leone continuerebbe a mangiare la gazzella anche se loro rinunciassero alla bistecca.
Lui raccontava di amici che hanno figli vegani e loro lo rimbeccavano facendo presente che, i poveretti non hanno mai conosciuto altro.
Il tutto naturalmente davanti a farinata (polenta) di cavolo nero e zucca gratinata, chè il rispetto è rispetto, anche quando non sembra.
L'argomento conclusivo lo ha segnato Totila il quale, appreso che per andare a frequentare da loro due settimane di centro estivo, si sarebbe dovuto adeguare, ha scrollato le spalle e osservato che, insomma, un mcdonald's da qualche parte lo avrebbe pure trovato.
Punto, set e partita
Cuore di zia non ha retto.
Non c'è che da sperare in una maggiore consapevolezza, con la maturità.

3 commenti:

  1. Io, come sai, non posso scegliere cosa mangiare, quindi faccio tanta fatica a capire chi fa scelte nutrizionali di questo tipo, ma ammetto che è un mio enorme limite!

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    1. Non posso aiutarti, ho lo stesso limite e me lo coccolo pure un pochetto.
      Tolte le necessità imposte da ragioni di salute, non rinuncerei a niente di niente.
      Si vede che per me non c'è speranza.
      Del resto io sono quella che, all'occorrenza, butta l'aragosta viva in pentola senza nemmeno un plissè e si innervosisce se le parlano di etica del consumo e lotta all'inquinamento mangiando roba che ha volato in aereo per ore, ma siccome è verde allora non conta.
      Eppure non è che mi disinteressi dei temi etici, solo che non ho quella sensibilità lì.

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    2. Io sono come te: mangio tutto quello che posso mangiare e già così mi sembra limitante visto che devo eliminare per forza gli alimenti a cui sono gravemente allergica (ma ecco, non voglio di certo morire, quindi...)

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