mercoledì 27 maggio 2015

perchè sono e sarò sempre a favore dei compiti a casa

lo spiega bene lui qui
http://www.lastampa.it/2015/05/27/cultura/opinioni/secondo-me/in-classe-si-impara-un-metodo-a-casa-si-acquisiscono-le-conoscenze-qyfeCdjNtzKFk9R6mApLfM/pagina.html

E spiega abbastanza bene anche perchè sono tre anni che fracasso le maestre sull'importanza del metodo tutte le volte che mi capitano a tiro.

Se qualcuno si stesse chiedendo se Attila mi odia, la risposta è: si certo. Sono sua madre

2 commenti:

  1. La penso nello stesso modo e anche per questo sono arrabbiata come una biscia, perché di metodo qui non se ne vede e neppure di compiti.
    Per la prima volta l'altro giorno sul diario ho trovato scritto "studiare a memoria ..." e l'ho detto ad Ale il quale sogghignando mi ha risposto "hai visto, quando la maestra l'ha detto sono rimasto scioccato!”.
    Così come non concepisco che non ci siano regole per la produzione di un tema, con lui che scrive le solite due paginette scarse (organizzate secondo quanto IO gli ho insegnato) e qualche suo compagno che supera le venti pagine, ma non sono temi!!
    Insomma dopo 5 anni l’unica certezza è che la memoria e la facilità di ragionamento lo hanno cavato da ogni impiccio ma senza una logica e un metodo condiviso.
    E stasera per l’ennesima volta dirò queste cose al colloquio con la sua maestra, speriamo per gli studenti del prossimo ciclo!

    Sulla tua frase finale ... molto, molto consolante per me, grazie :)

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  2. Cara Marzia ieri, mentre ero ad un convegno, ti avevo scritto una risposta che si è persa nei meandri del web (immagino per un atto di giustizia nei confronti del relatore).
    Il ministero quest'anno di ha concesso una maestra di italiano nuova nuova in sostituzione di quella che è andata in pensione l'anno scorso e questa, che è giovane e ha un sacco di teoria da mettere alla prova, ha pretese piuttosto elevate soprattutto appunto, spinge molto sul metodo, cioè sull'insegnare un metodo.
    Pensa che per i primi "pensierini" è partita dalla descrizione di un luogo consegnando una scheda con delle domande da seguire secondo un ordine predefinito in modo che il testo venisse fuori dalle risposte. In pratica le domande sono la scaletta degli argomenti resa comprensibile a dei bimbi di 8 anni. Lo stesso ha fatto per il testo in cui dovevano descrivere esperienze ed in ultimo per quello in cui si devono spiegare emozioni, il più difficile.
    Per lo studio ha battuto e battuto sul tasto del: si divide il paragrafo in sottoparagrafi dal contenuto omgeneo aiutandosi con i colori, si riassume (cerca di, che ancora è difficile il concetto di riassumere) e si impara.
    Mi piace come approccio anche se in questo momento appare farraginoso e Attila si ribella con tutto il suo repertorio di invocazioni, minacce e lamentazioni.
    Ecco il punto magari è questo: a lui basta leggere una, massimo due volte ed è a posto, quindi scalpita. Invece deve batterci il naso perchè una lettura non basterà sempre.
    E infatti a matematica pretende di fare le moltiplicazioni a memoria, azzecca il risultato e sbaglia poi a scrivere il procedimento.
    Insomma, girala come vuoi, è sempre una fatica

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