venerdì 21 novembre 2014

Commozione conto terzi

Mio marito è commissario d'esame nella sessione per l'abilitazione professionale che si sta concludendo.
Si è fatto venire quei trenta o quaranta travasi di bile, è stato l'artefice di un denuncione penale, cui altri si sono aggiunti, e insomma ha fatto il suo da par suo, chè qua non si frigge con l'acqua.
Ieri sera era di commissione per gli orali ed io, che dovevo aspettarlo, mi sono seduta buona buona in aula.
Erano previsti quattro candidati, ma quando sono arrivata stavano finendo di interrogare la terza, una ragazza piuttosto minuta, con lunghi capelli castani, bravina.
Quando la cammissione si alza e si ritira per deliberare c'è sempre tensione, non importa quanto il candidato sia bravo e quanto abbia reso.
L'esame di abilitazione non è una formalità ed avere davanti tutte quei vecchioni sconosciuti, tra cui non sai riconoscere l'avvocato, il magistrato, il professore ma ai quali cerchi di rispondere sperando di azzeccare il giusto mix tra pratico e teorico senza scadere nel trito o nel bizantinismo, lascia sempre un po' di incertezza e di tensione.
Inoltre, hai già impegnato molti mesi della tua vita cercando di imparare quel mestiere, magari hai già qualche cliente o qualche prospettiva; la proclamazione per quanto poi tutti ci ironizzino sopra, non è mai una banalità.
Insomma lei era nervosa, non troppo, un po'.
La commissione invece doveva essere molto tranquilla perchè è uscita in 5 minuti scarsi, sorridente, e come d'uso la presidente le ha comunciato l'esito positivo della prova, fatto le congratulazioni e molti auguri (le ci vorranno tutti).
Un attimo dopo, a ringraziare e stringere mani non c'era più una ragazza minuta dai capelli lunghi e castani, ma un'intera famiglia: un padre con la barba bianca e meno denti del necessario, una mamma con l'hijab ed un fratello in felpa e jeans.
Una famiglia a cui è stato detto che non c'era niente per cui ringraziare se non, da un lato, l'intelligenza, l'impegno e le capacità di una figlia e, dall'altro, lo spirito di sacrificio di chi le ha dato la possibilità di farli valere.
E' stato loro detto soltanto la verità: di quei cinque, uno lo conosco bene e posso garantire che non fa sconti a nessuno, nè in un senso nè nell'altro.
Aggiungo che li capisco e li ammiro.
Molte cose si danno per scontate e scontate non sono.
Molte mete sembrano banali e banali non sono.
Molte volte sembra infantile e sciocco presentarsi accompagnati davanti ai traguardi della vita ed invece è bello e giusto condividerli con chi ti ha sorretto fin lì.
E chissenefrega se non fa fine  

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