lunedì 18 settembre 2017

villeggiatura

Quest'anno, dopo tanto tempo, sono stata in villeggiatura.
La villeggiatura non usa più, lo sanno tutti.
E' una roba antica, come i vestiti su misura, le buone maniere a tavola, il corsivo, elegante e personale, gli asciugamani di lino.
Tutta roba stantìa, come me che, infatti, li amo tutti.
Siamo stati tre settimane al mare, nella casa del mare, sempre quella, nello stesso stabilimento di sempre (anche se per me il mare nello stabilimento non è mare).
Abbiamo lasciato che il tempo ci scorresse addosso, dolce e pigro, come l'acqua che, quest'anno, sfiorava la sabbia per educazione e convenzione, senza intenzione.
Ci siamo svegliati lenti e fatto la vita da spiaggia dei vecchi: la mattina fino all'ora di pranzo e poi il pomeriggio dopo le quattro.
Nel mezzo ci abbiamo messo un po' di compiti, qualche pagina sotto il gazebo, qualche pisolino, parole, risate, carezze.
La sera siamo usciti, fino a tardi, ridacchiando dell'insopportabile moglie anglofona del vicino d'ombrellone che si lamentava dei ragazzetti in giro fino ad orari inauditi e si faceva infamare sottovoce dai dirimpettai chè i suoi pargoli, messi a letto prima dell'ora di cena, la mattina alle 6 giocavano in giardino.
Abbiamo avuto ospiti.
E in quella casa lontana dalla quotidianità di tutti, abbiamo avuto modo da un lato, di riscoprire che la lontananza non spezza certi incastri lubrificati nel tempo e resi agili dall'uso, dall'altro accresce incomprensioni e fastidi. Non abbiamo risolto problemi, questo no. Però ci siamo guardati negli occhi senza uno schermo nel mezzo e, se ce ne fosse stato bisogno, abbiamo capito che la tecnologia è bellissima, ma le manca il calore.
Abbiamo cucinato, il giusto, vegano per lo zio, vegetariano per la zia, di tutto per la famiglia di mia cugina che, grazie al cielo, ha l'unica abitudine alimentare che comprendo appieno: ingredienti buoni, messi insieme per bene.
Abbiamo discusso, tanto, di politica, religione, soldi, salute, sesso, tra noi e con gli amici, compatendo un po' quelli che non discutono mai, non si sfottono mai, quelli beneducati insomma, chè io senza una buona dose di cattiveria mi annoio da matti.
Abbiamo persino rivisto "amici miei".
Un capolavoro assoluto
E di nuovo, se mi fosse servito, mi sono ricordata che quello che mi serve per essere davvero felice sono le persone.
Una settimana in montagna, e agosto era finito.
Quest'anno ho odiato settembre.

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