lunedì 9 ottobre 2017

Varie

1.
A scuola di Attila fanno i test di ingresso.
Non ho idea di cosa siano in concreto e non me ne interesso.
Giovedì sera però compare in cucina mentre sbatacchio pentole: sono sveglia dalle 5 del mattino ed ho visto giornate migliori.
Ha un foglio in mano e l'espressione di uno che ha accettato una sfida, ma sente che sta per perderla.
Sul foglio, c'è un specie di rompicapo, fatto di griglie con qualche numero, qualcosa che ha a che fare con le tabelline e con la loro collocazione in quegli spazi. Prima che me ne accorga, siamo chini sul tavolo, testa contro testa, a cercare di scoprire se in quella riga c'è la tabellina del 27 e se quello spazio è dedicato al 27 per 13 o no. Le indicazioni diminuiscono via via che i quadri progrediscono e le difficoltà aumentano.
L'ultima non riusciamo a completarla, ci arrabbiamo e accapigliamo.
Alzo la testa e so che il mio babbo se la ride da qualche parte.
Ora lo so che non lo faceva solo per me.
E' davvero divertente.
2.
Siamo io, l'Ila e la Franc.
Mafalda, Candy Candy e tarantola.
Mangiamo pesce, anche se il pesce, a pranzo, a Firenze, è una roba che fa tanto "signore" e mi soddisfa poco.
Stiamo incredibilmente riuscendo a mantenere la promessa di vederci almeno una volta al mese, solo noi, col tempo per dirci le sciocchezze e non solo le cose importanti.
Mi sfottono: per i capelli ancora così lunghi (dietro liceo, davanti museo), per i tacchi ed i vestiti eleganti e perchè, ancora oggi, arrivando non resisto dal buttare l'occhio alla vetrina di quella gioielleria.
Non mi tiro indietro: una non è mai uscita dall'adolescenza, l'altra sembra ancora scappata di casa, ma con lo zaino della Mandarina ed il rolex della prima comunione.
Quando siamo insieme, non c'è nulla da fare, una parte di noi ha sempre 15 anni
Ed è quella più grande.
3.
Siamo in macchina Totila ed io, l'ho preso a karate e stiamo andando a recuperare Attila, che è stato spostato al gruppo superiore, nel paese vicino (sono fortunatissima lo so).
Come ogni sera passiamo davanti al muro del minuscolo cimitero di campagna dove è sepolto mio padre.
Non ci vado da tanto.
I vivi hanno esigenze più pressanti.
Per definizione.
Tutte le volte che passo da lì lo penso.
E' una cosa sciocca, ma è la stessa che mi è successa a lungo ogni volta che arrivavo al bivio per la casa di mia nonna.
Anche da lì passo ogni sera.
E' il pensiero di un attimo, ma mentre lo elaboro, Totila si intromette.
"Mamma" mi dice "lo sai che le nuvole hanno forme? Quello è un drago e quello un cammello!"
Prima che possa fare un'osservazione qualsiasi, riprende "secondo me è il nonno. Invece che col lego, gioca con le nuvole e ci costruisce le forme più incredibili. Può darsi no? gli piaceva tanto il lego"
Ed è dolce la consapevolezza che quando passiamo da lì, non sono la sola a dedicargli un pensiero.

2 commenti:

  1. Il pesce a pranzo a me sa di estate. E adesso, anche se siamo in autunno, mi è venuta voglia di pesce :D

    RispondiElimina
  2. Noi mangiamo pesce almeno un paio di volte a settimana, a casa, però. Secondo me Firenze non è un gran posto per mangiare pesce a meno che tu non scelga qualche piatto tipico in posti alla buona o non vada in ristoranti costosi. Nel mezzo c’è una cucina molto tradizionale con materiale standards

    RispondiElimina