lunedì 13 marzo 2017

Costituzione, costituzio'

"Verrebbe per un approfondimento sulla costituzione?" mi aveva chiesto all'inizio dell'anno la maestra di Attila.
Avevo accettato, emozionata come se mi avessero proposto di tenere una conferenza alle Nazioni Unite
Il preside, poi, mi aveva incastrato a beneficio di tutte le quinte.
Ci tiene tanto, lui.
L'idea di spiegare la costituzione ai bambini era bellina.
Tutte quelle testoline curiose, magari insofferenti o magari affascinate dal concetto di potere, sovranità, Stato, Paese; qualcuno, immaginavo, perso dietro alla democrazia ateniese e alla res publica romana, qualcun'altro reso cinico dai telegiornali.
Insomma, bellino.
139 articoli sono tanti però.
Come glielo spieghi l'ordinamento della Repubblica ai bambini? come funziona la Corte Costituzionale, il CSM, la potestà legislativa concorrente Stato - Regioni?
Ho avuto una vertigine e ho chiesto uno sconto
Ci siamo messi d'accordo per i primi 12 articoli, i principi fondamentali, il cuore del cuore della carta.
Pensavo di vincere facile.
Già.
Poi ho preso in mano l'articolo 1.
"L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro"
E mi è tornato in mente il povero professor Barile che confessava di sbattere la testa contro il muro tutte le volte che doveva spiegare il concetto di repubblica "fondata sul lavoro".
Se non sapeva come farlo lui a degli studenti universitari, come potevo pretendere di farlo io a gente di 10 anni?
E senza battutacce?
Glielo potevo dire che i costituenti si sono scannanti sul riferimento al lavoro: come dove e perchè?
Non va bene nemmeno glissare però, la costituzione non è un monolite, non è la tavola delle leggi discesa dal Sinai con Mosè (e anche su quelle io un paio di dubbi li avrei).
Nessuna costituzione lo è.
Calamandrei diceva che è una macchina: le serve carburante.
E il carburante è l'impegno di tutti.
Uhm
Insomma.
Me la sono cavata.
Ho mostrato l'emblema ed il suo simbolismo, spiegato la genesi della bandiera, illustrato il concetto di democrazia indiretta, accennato alle autonomie locali e all'unitarietà del Paese, detto della tutela delle minoranze linguistiche (rafforzata per i bolzanini dal trattato internazionale), mi sono dilungata sulla tutela dell'ambiente che in costituzione abbiamo solo noi (e sul fatto che nessuno ci batte sull'elaborazione teorica, sono i decreti d'attuazione che ci fregano. Non c'è nulla da fare, finito di ragionare, ci passa la voglia, e a fare ci pensiamo sempre un qualche domani) e del patrimonio artistico e storico (in loco. Il che ci rende il paese che siamo e moltiplica le difficoltà, altrove, ho detto, hanno fatto i "musei della nazione" e se la sono risolta, ma qui, ci devi solo provare a togliere un quadro da una chiesa e poi vedi come ti ritrovi).
Insomma, ho fatto quelli facili.
La prossima volta mi tocca l'art 3.
O spiegagliela l'uguaglianza formale e quella sostanziale

2 commenti:

  1. Bravissima!
    Io ho tenuto una conferenza a scuola un anno fa ed ero terrorizzata, ma proprio terrorizzata di brutto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' buffo, ma parlare a dei bambini che non sanno poco e niente mi spaventa di più che fare una discussione tecnica con esperti.

      Elimina