martedì 19 luglio 2016

Una persona felice

Naturalmente non è un bel momento.
Bisognerebbe avere molti più problemi di quelli che ho per non essere percorsi da inquietudini di molti generi.
Fermo, Nizza, la Turchia, gli Stati Uniti, ognuno a suo modo e con le sue peculiarità, ognuno con il suo pezzettino di bruttura umana dietro le sovrastrutture e lo story telling (e povero il cognatuzzo che cominciò con una lezioncina awannaganna davvero, tanto, fuori luogo, nella giornata sbagliata)
Ciononostante, pare io sia una persona felice.
Non lo dico io, sarebbe facile.
Io lo so di esserlo, so di essere affetta dalla sindrome di Pollyanna e di non poterne uscire anche mentre penso che a me, Pollyanna, ha sempre fatto molto più che schifo.
Lo dicono altri.
Parlano di me mentre non ci sono.
Per l'esattezza, parlano di me mentre sono qualche giorno al mare: accompagno i miei genitori nella speranza di trovare un difficile equilibrio tra l'imperioso desiderio di uno e la preoccupata accondiscendenza dell'altra. Mi godo qualche giorno tra bambini giusto un filino agitati, una mamma in versione megaloman, un babbo che arranca fino al solito stabilimento dove respira ossigeno e sguardi compassionevoli, i vicini milanesi-imbruttiti gretti e sboroni, le preoccupazioni per il lavoro e per un marito, rimasto a casa, e braccato da chi è bravissimo a cercare spiragli per ferire.
Una persona felice.
Vorrei sibilare che bisognerebbe prima avere camminato qualche miglio nelle scarpe di qualcuno per permettersi giudizi sulla sua vita.
Ma non lo faccio.
Sono dell'opinione che un commento non si debba negare a nessuno.
Se ci colpisce più di un tot, siamo noi a doverci fare delle domande.
E poi, essere vista come una persona felice è cosa che solletica la mia vanità non poco.
Non è quello che mi disturba, sarei sciocca.
Mi disturba il fatto che la mia felicità sia indicata come la ragione per cui, alcuni, nei mesi scorsi, si sono comportati in modo spiacevole nei miei confronti.
Vorrei dire che possono impiccarsi al pallino di un letto.
Ma, di nuovo, non lo farò, perchè, naturalmente, la possibilità è molto più che fastidiosa, naturalmente certi comportamenti mi hanno ferito, naturalmente, sapere che un atteggiamento positivo verso la vita disturba, è fonte di disagio.
Il fatto però è, che al netto del fastidio e del dolore, niente di tutto quello che si può dire o fare nei miei confronti è ancora riuscito a farmi agire in modo (troppo) diverso da quella che è la mia natura.
Penso che sia per questo che sono una persona felice.
O che appaio tale
Solo, è un peccato che non facciano più letti coi pallini 

Nessun commento:

Posta un commento