venerdì 3 luglio 2015

Chiaroscuri

Si vede che in questo periodo la schizzofrenia mi si addice o per essere più precisi, si vede che in questo periodo sono portata verso una qualche forma dissociativa.
Il fatto è che Attila frequenta un corso estivo nei laboratori della Specola (si, sempre roba di robotica, ovvio) ragione per cui, per portarlo e riprenderlo io attraverso ogni giorno, due volte al giorno, tutto il centro, da Porta Romana a Piazza della Libertà, due rive dell'Arno e molto di ciò che rende Firenze Firenze.
Ora, io Firenze la amo, la amo perchè è mia in ogni sasso, in ogni tegola, in ogni raggio di luce nitido e preciso ed in ogni zaffata di tramontano, in ogni odore di cucina e strillo lontano, quando l'Arno è un nastro d'argento e quando puzza da dare il vomito, quando ballo, con la bici, sui selciati di pietra serena bocciardata e quando scivolo sui marmi consunti, quando è piena di gente (che un po' rompe le scatole) e quando è vuota e silenziosa, quando attraverso piazze monumetali e quando sbuco nella piazzetta del Limbo.
La amo perchè sono sua, in ogni battutaccia, in ogni volgarità, tutte le volte che preferisco (rischiare di ) perdere un amico che mordermi la lingua e tutte le volte che "ci arrivo" provando e riprovando, quando mescolo pezzi di Storia a tante storie, quando mi arrabbio perchè gli è tutto sbagliato gli è tutto da rifare, ma lasciare perdere non si può, quando piglio il caffè al "barrettino" in Piazza della Signoria e guardo con condiscendenza i giapponesi che divorano il panino col lampredotto alle 10 del mattino, quando mi accorgo che discutere mi fa sentire viva quanto fare l'amore e quando so di essere cinica, sarcastica, pungente e magari un filino scostante chè se ti fermi alla superficie un po' è un problema tuo.
Firenze è casa. Prima.
Poi, è tutto il resto.   
Non siamo tutti uguali, c'è chi anela spazi aperti, mondi nuovi, inesplorati.
Io non saprei che farci di un posto senza storia.
E così, ora che me la giro tutte le mattine prima che si vada in scena, mentre la spazzatrice finisce di ripulire piazza Duomo e piazza Pitti, le apine passano a ritirare i cartoni per gli imballaggi appoggiati fuori dai negozi ed i camioncini fanno le consegne, la guardo, oso e non oso.
Si perchè Firenze riesce a fare schifo, ci riesce benissimo.
Riesce ad essere sporca (non come Roma, no, quello è impossibile), sciatta, disordinata. Riesce a sopportare cose insopportabili: venditori abusivi ovunque, questuanti, artisti di strada che di artistico hanno solo il nome, turisti sciattoni e maleducati, incivili, vandali.
Da una settimana hanno ripristinato la chiusura notturna della loggia dei Lanzi e, di giorno, gli ingressi sono contingentati e controllati.
Me ne dispiace, perchè era bellissimo, umanamente ed emotivamente bellissimo, sapere che sempre, in ogni momento, chiunque ne avesse la voglia e la curiosità, poteva girare attorno al Perseo per controllare se davvero dietro all'elmo c'è la faccia del Cellini, o passeggiare attorno al Ratto delle Sabine per apprezzare il movimento ascendente, o anche solo vagabondare tra quei complessi beandosi della propria capacità di vedere il bello senza che importi altro.    
Ma la fiducia nell'umanità è malriposta.
Più che altro c'erano bivacchi di panini, gente pronta a farsi un selfie a cavallo dei marzocchi o arrampicata sui piedistalli. E si, se qualcuno se lo chiede ci sono dei custodi, pure attenti, ogni giorno, tutto il giorno. Sono disarmati però. Sarà quello.
La settimana scorsa un canadese ha pisciato in cima alla cupola del Duomo e quando lo hanno fermato e multato si è lamentato ché il buon Brunelleschi non ci aveva nemmeno fatto i bagni lassù in terrazza, poteva pensarci no? E' solo uno, sia chiaro: abbiamo bimbi tedeschi coi pastelli a cera sui marmi, medici statunitensi che staccano dita alle statue dandogli il cinque (glielo darei anch'io, in faccia), australiani attoniti chè, no, ecco, non ci si può tuffare nella fontana del Nettuno in piazza della signoria, nemmeno se sono le tre e si è bevuto il bevibile, giapponesi che brandiscono l'uniposca e turchi lo smalto per unghie, ragazze del nord europa in reggiseno spalmate su ogni aiuola e geni internazionali che scavalcano le spallette dell'Arno. Poi ci sono i ragazzi americani dei semestri all'estero, e quelli sono un mondo a parte, basti pensare che comune, Prefettura e consolato hanno dovuto fare un accordo ad hoc. Per rendere l'idea diciamo solo che un gruppetto, tempo fa, ha incastrato una compagna nella ruota degli esposti del Museo degli Innocenti, appena restaurata, ha poi chiesto aiuto perchè non c'era verso di farla uscire ed infine ha malmenato i due guardiani rei di voler chiamare i carabinieri.
Ecco.
Tutte le volte che mi dicono che questo o quello sono popoli "più" civili, sinceramente penso che abbiano solo un sistema repressivo più efficace.
Non che sia poco, sia chiaro.
E' per questo che rivoglio il capo di piazza, la riapertura del Bargello e tutti i disgraziati almeno per un mese alle Burella chè di un Prefetto che dice di non avere gli strumenti non so che farmene.
Soprattuto se poi, miracolo, escono certe foto sui giornali ed il giorno dopo spuntano divise dappertutto.
Però poi penso all'ultima mostra al forte belvedere, ai corsi per ragazzi ed alle loro sedi, ai locali e localini che stanno aprendo, a queste benedette due linee della tramvia che cambieranno di molto la qualità della mia vita, al teatro dell'Opera che, incredibile, darà opere e concerti per tutto luglio ed anche ai muratori in divisa che ieri, scoprendosi osservati da un gruppo di turisti, hanno sornionamente spiegato che se rifai un tetto in centro non puoi vestirti male, e vedo una città che si muove, che ci prova che si è un po' rotta le scatole e, come sempre, fa da sé e...insomma sono in bilico tra la rabbia e l'orgoglio.
E con quell'Oriana lì ci avrei litigato volentieri
PS
Ma che cosa carina che ho trovato!
Fosse vera, sarebbe un sogno
http://lapiazzadeldirettore.corrierefiorentino.corriere.it/2015/07/01/il-sindaco-in-armi-il-degrado-e-la-caccia-agli-sponsor/?refresh_ce-cp

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