venerdì 24 luglio 2015

Anche no

L'architetto ci ha proposto una variante che consentirebbe di ottenere dello spazio in più.
Decideremo in settimana.
Abbiamo però già da tempo stabilito che non toccheremo la nostra camera perchè, al momento, ciò che possiamo legittimamente realizzare non regge all'esame costi - benefici.
Mi pesa, perchè uno dei miei sogni era la stanza separata per gli armadi (la cabina è un no assoluto per me, bisogna essere ossessivi perchè resti decente e non elimina comunque la nota ed orrida fatica del cambio di stagione).
Comunque, mentre discutevamo sul da farsi, lui lì se ne è uscito con una cosa del tipo: "va be' dai, l'incremento consentito dal R(egolamento) U(rbanistico) C(omunale) possiamo sempre farlo in un secondo momento se cambia qualcosa!"
Dal profondo del mio cuore, senza che potessi trovare una formulazione educata, è uscito un roboante "Anche no!
Là fuori c'è un mondo da vedere.
E tra studio, lavoro, figlioli piccini, casa e cazzate varie, fino a qui, ne ho visto troppo poco.
Mi'mporta sega della stanza per gli armadi!"
Inutile, io non ho mai smesso di cercarla e non lo farò, ma a questo punto mi pare chiaro che una signora, dentro di me, non c'è.

lunedì 20 luglio 2015

Disgusti

1.
Sono a pranzo con un'amica.
Lei, io, due insalate estive di quelle con frutta, verdura, crostacei, pecorino fresco e pure due petali chè, come si dice, nel più, ci sta il meno.
Il locale è nuovo, carino, pieno, le pietanze buone, servite in giusta quantità ed accomodatissime.
Accanto a noi siedono quattro persone, adulte, forse colleghi in pausa scesi da qualche ufficio o studio professionale.
Ad una di queste viene servita una specie di torretta/lasagnetta di pasta fresca farcita di melanzane e zucchine grigliate, pomodori crudi, formaggio (sembra burrata lavorata) e non so che altro. Se è buona non so, ma è bella da vedere.
La tipa non fa un verso, impugna coltello e forchetta, divarica acconciamente le braccia in modo che i gomiti le fungano da alette e comincia a distruggere meticolosamente la sua pietanza. Si ferma (immagino sfinita) solo quando nel piatto c'è un ammasso di roba indistinta, il contenuto di uno stomaco a metà digestione, a occhio, più o meno.
Dopo il bolo e i primi enzimi, comunque.
Poi comincia a mangiare.
Che schifo
2.
ho un messaggio whatsapp sul gruppo della scuola. E' strano di questi tempi, apro, leggo e scopro che una mamma (quella contro i vaccini, i test per la dislessia e gli INVALSI) ci invita tutti a tempestare il ministero dell'istruzione perchè blocchi la "buona scuola".  La ragione è che, a suo dire, il testo (che è già legge, chissà se lo sa) introdurrebbe una obbligatoria quanto fantomatica "educazione gender".  Ora, tocca dire di no.
Putroppo, dal mio punto di vista
E già questo potrebbe giustificare un certo fastidio per la tipa.
Epperò.
La norma tanto vituperata introduce l'obbligo di svolgere nell'ambito scolastico attività volte a favorire la cultura della parità tra i sessi ed a prevenire la violenza di genere.
Ne consegue che, come minimo, bisogna avere bevuto tanto, ma tanto per farci rientrare l'invito ai bimbi a chissà quale "abominevole ed innaturale" pratica di vita o per indurre nelle loro testoline chissà quale "erronea deriva culturale".
Certo, in effetti, il mio giudizio parte da un assioma non dimostrato chè si può sempre ritenere che l'"abominevole ed innaturale" pratica di vita o l'"erronea deriva culturale" stiano nella malsana idea che le persone non debbano essere discriminate in base al sesso o non debbano essere incentivate a menarsi allegramente purchè rigorosamente " a sessi alterni" per cui due uomini no, ma un uomo e una donna si, chè è la natura che ce lo chiede.
Però ecco, anche in quel caso, di omosessuali, transessuali, varie ed eventuali non c'è traccia 
E comunque, insomma, volevo dire che anche la malafede e l'ignoranza (intesa come incapacità di  leggere e comprendere un testo) dovrebbero avere un limite.
Naturale se non altro
Ma su quella teoria del tipo col barbone, di quel Darwin lì, siamo sicuri sicuri?
Perchè secondo me il creazionismo certe cose le spiega meglio
Che schifo

mercoledì 15 luglio 2015

Varie

1. E' arrivata la sentenza dell'udienza di qualche giorno fa.
Non dovrò issarmi da sola sul pennone dell'undicesimo piano per servire da monito al foro.
Certo, mo', c'è da eseguirla ed ho la vaga impressione che non sarà una banalità.
Posso sbagliarmi, ma ho il presentimento che non pagheranno "spontaneamente" alla notifica della decisione, e questo ci porterebbe direttamente ad un altro ricorso alle norme comunitarie chè la societàona ha sede a Bruxelles.
Ho già il mal di pancia perchè non mi pare più, di questi tempi, che il sogno europeo proceda verso magnifiche sorti e progressive.
E no, la Grecia è solo il casus belli (e i greci ci si sono impegnati parecchio).
2. Il processo partecipativo sulla scuola è arrivato a termine. Sono state recepite anche alcune delle ultime richieste sulla palestra (utilizzabile anche per attività extrascolastiche in aggiunta al palazzetto che già c'è) e sull'aula polivalente (idem. Però secondo me è piccola), mentre non c'è stato nulla da fare per i campi di basket/pallavolo, pista skate e non so più che cosa, nel parco dove devono sorgere gli edifici: il comune dice che è una area naturale e non è il caso e che, comunque, i soldi sono quelli e ciao. Si vedrà in un secondo momento, per ora dobbiamo farci bastare la convenzione con le associazioni sportive che consente l'uso delle loro strutture all'aperto a chiunque gratuitamente in certi orari pomeridiani (unphf).
La scuola dell'infanzia dovrà essere consegnata per settembre 2016. Vedremo.
3. Dopo tanti anni sto guardando un po' di televisione, poca roba, quello che riesco e che esce dal bilanciamento tra due ovvietà: la tv generalista è inguardabile, questo c'è all'agriturismo familiare.
E insomma, ho una domanda: perchè ogni tre per due c'è una pubblicità con una coppia di omosessuali che invita all'acquisto di questo o quello, ma sono tutti, sempre, solo, maschi? Ce la possiamo fare, chessò, a far proporre due biscotti ad una lei amorevole e zuccerosa mentre un'altra lei altrettanto amorevole e zuccherosa prepara il caffè?
Tranquilli eh, però, anche se non ce la facciamo fa lo stesso, chè tanto io le odio comunque queste mode paracule del marketing figo. E pazienza se rischio che mi prendano per Giovanardi.

venerdì 10 luglio 2015

Macerie

Attila, prima di partire per il mare, ha guardato sconsolato casa ed ha sussurrato: "E' un cumulo di macerie. Era bellissima, mamma, perchè lo avete fatto?", si è voltato, è tornato alla macchina e non è più voluto scendere.
Io, impolverata e sudata, io felice, io convinta della bontà della scelta anche per loro e la loro autonomia, mi sono sentita una grossa cacca di mucca, di quelle che si trovano sui sentieri in montagna, piene di mosche e delle pietruzze tirate dai ragazzini per vedere se affondano ed in quanto tempo.
In un attimo, ho ripensato a quanto è importante la stabilità a quell'età, a quanto le avventure che ci si scelgono da piccoli e ci fanno sentire forti e coraggiosi, quelle che ci allenano per il futuro, ci aiutino a costruirci un bell'equilibrio se attorno, c'è un posto sicuro.
E certo il posto non è fisico, non solo.
Ma togliere per mesi un bambino dalla sua casa, dicendogli che quando tornerà la troverà stravolta, irriconoscibile, forse era cosa da ponderare diversamente.
L'entusiasmo, l'allegria, l'eccitazione, persino, dei grandi, non si sono trasmesse ai piccoli.
Sono certa che, quando potranno prendere possesso dei loro spazi ne saranno lieti, che dopo qualche mese, sembrerà loro normale, che si divertiranno nella stanza dei segreti ricavata nel sottotetto, col suo abbaino e la scala da pompiere, che prima o poi decideranno di non dormire più insieme, ma ognuno nella sua camera, che faranno i compiti sotto la loggia e si accapiglieranno, rincorreranno la gatta, mi faranno uscire pazza di rabbia e di affetto e che tutto tornerà ad essere banale, quotidiano, uguale al giorno prima.
Un posto, ovvio, scontato, magari piacevole, ma "normale" come è una casa finchè è casa.
Ma per ora, siamo al cumulo di macerie

venerdì 3 luglio 2015

Chiaroscuri

Si vede che in questo periodo la schizzofrenia mi si addice o per essere più precisi, si vede che in questo periodo sono portata verso una qualche forma dissociativa.
Il fatto è che Attila frequenta un corso estivo nei laboratori della Specola (si, sempre roba di robotica, ovvio) ragione per cui, per portarlo e riprenderlo io attraverso ogni giorno, due volte al giorno, tutto il centro, da Porta Romana a Piazza della Libertà, due rive dell'Arno e molto di ciò che rende Firenze Firenze.
Ora, io Firenze la amo, la amo perchè è mia in ogni sasso, in ogni tegola, in ogni raggio di luce nitido e preciso ed in ogni zaffata di tramontano, in ogni odore di cucina e strillo lontano, quando l'Arno è un nastro d'argento e quando puzza da dare il vomito, quando ballo, con la bici, sui selciati di pietra serena bocciardata e quando scivolo sui marmi consunti, quando è piena di gente (che un po' rompe le scatole) e quando è vuota e silenziosa, quando attraverso piazze monumetali e quando sbuco nella piazzetta del Limbo.
La amo perchè sono sua, in ogni battutaccia, in ogni volgarità, tutte le volte che preferisco (rischiare di ) perdere un amico che mordermi la lingua e tutte le volte che "ci arrivo" provando e riprovando, quando mescolo pezzi di Storia a tante storie, quando mi arrabbio perchè gli è tutto sbagliato gli è tutto da rifare, ma lasciare perdere non si può, quando piglio il caffè al "barrettino" in Piazza della Signoria e guardo con condiscendenza i giapponesi che divorano il panino col lampredotto alle 10 del mattino, quando mi accorgo che discutere mi fa sentire viva quanto fare l'amore e quando so di essere cinica, sarcastica, pungente e magari un filino scostante chè se ti fermi alla superficie un po' è un problema tuo.
Firenze è casa. Prima.
Poi, è tutto il resto.   
Non siamo tutti uguali, c'è chi anela spazi aperti, mondi nuovi, inesplorati.
Io non saprei che farci di un posto senza storia.
E così, ora che me la giro tutte le mattine prima che si vada in scena, mentre la spazzatrice finisce di ripulire piazza Duomo e piazza Pitti, le apine passano a ritirare i cartoni per gli imballaggi appoggiati fuori dai negozi ed i camioncini fanno le consegne, la guardo, oso e non oso.
Si perchè Firenze riesce a fare schifo, ci riesce benissimo.
Riesce ad essere sporca (non come Roma, no, quello è impossibile), sciatta, disordinata. Riesce a sopportare cose insopportabili: venditori abusivi ovunque, questuanti, artisti di strada che di artistico hanno solo il nome, turisti sciattoni e maleducati, incivili, vandali.
Da una settimana hanno ripristinato la chiusura notturna della loggia dei Lanzi e, di giorno, gli ingressi sono contingentati e controllati.
Me ne dispiace, perchè era bellissimo, umanamente ed emotivamente bellissimo, sapere che sempre, in ogni momento, chiunque ne avesse la voglia e la curiosità, poteva girare attorno al Perseo per controllare se davvero dietro all'elmo c'è la faccia del Cellini, o passeggiare attorno al Ratto delle Sabine per apprezzare il movimento ascendente, o anche solo vagabondare tra quei complessi beandosi della propria capacità di vedere il bello senza che importi altro.    
Ma la fiducia nell'umanità è malriposta.
Più che altro c'erano bivacchi di panini, gente pronta a farsi un selfie a cavallo dei marzocchi o arrampicata sui piedistalli. E si, se qualcuno se lo chiede ci sono dei custodi, pure attenti, ogni giorno, tutto il giorno. Sono disarmati però. Sarà quello.
La settimana scorsa un canadese ha pisciato in cima alla cupola del Duomo e quando lo hanno fermato e multato si è lamentato ché il buon Brunelleschi non ci aveva nemmeno fatto i bagni lassù in terrazza, poteva pensarci no? E' solo uno, sia chiaro: abbiamo bimbi tedeschi coi pastelli a cera sui marmi, medici statunitensi che staccano dita alle statue dandogli il cinque (glielo darei anch'io, in faccia), australiani attoniti chè, no, ecco, non ci si può tuffare nella fontana del Nettuno in piazza della signoria, nemmeno se sono le tre e si è bevuto il bevibile, giapponesi che brandiscono l'uniposca e turchi lo smalto per unghie, ragazze del nord europa in reggiseno spalmate su ogni aiuola e geni internazionali che scavalcano le spallette dell'Arno. Poi ci sono i ragazzi americani dei semestri all'estero, e quelli sono un mondo a parte, basti pensare che comune, Prefettura e consolato hanno dovuto fare un accordo ad hoc. Per rendere l'idea diciamo solo che un gruppetto, tempo fa, ha incastrato una compagna nella ruota degli esposti del Museo degli Innocenti, appena restaurata, ha poi chiesto aiuto perchè non c'era verso di farla uscire ed infine ha malmenato i due guardiani rei di voler chiamare i carabinieri.
Ecco.
Tutte le volte che mi dicono che questo o quello sono popoli "più" civili, sinceramente penso che abbiano solo un sistema repressivo più efficace.
Non che sia poco, sia chiaro.
E' per questo che rivoglio il capo di piazza, la riapertura del Bargello e tutti i disgraziati almeno per un mese alle Burella chè di un Prefetto che dice di non avere gli strumenti non so che farmene.
Soprattuto se poi, miracolo, escono certe foto sui giornali ed il giorno dopo spuntano divise dappertutto.
Però poi penso all'ultima mostra al forte belvedere, ai corsi per ragazzi ed alle loro sedi, ai locali e localini che stanno aprendo, a queste benedette due linee della tramvia che cambieranno di molto la qualità della mia vita, al teatro dell'Opera che, incredibile, darà opere e concerti per tutto luglio ed anche ai muratori in divisa che ieri, scoprendosi osservati da un gruppo di turisti, hanno sornionamente spiegato che se rifai un tetto in centro non puoi vestirti male, e vedo una città che si muove, che ci prova che si è un po' rotta le scatole e, come sempre, fa da sé e...insomma sono in bilico tra la rabbia e l'orgoglio.
E con quell'Oriana lì ci avrei litigato volentieri
PS
Ma che cosa carina che ho trovato!
Fosse vera, sarebbe un sogno
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