mercoledì 1 agosto 2018

Lavoro di m. e buone ferie

La prima volta che l'hai incontrata, ne hai parlato anche qua, sei rimasta stupita dell'enormità della tua stupidità.
Una signora molto anziana, decisa a separarsi da un marito molto anziano, dopo molti decenni di matrimonio, non, come supponevi, per la fatica di sopportarsi dopo tanto tempo, ma per le botte e le offese accumulatesi negli anni.
Certo la figlia che l'accompagnava era una vera arpia, ma, sinceramente, chi non avrebbe accumulato una buona dose di veleno nel vedere la madre sopportare l'insopportabile?
Non è proprio sempre vero che le vittime suscitano senso di protezione e pietà, non in chi avrebbe voluto proteggerle (e magari proteggersi) e non c'è riuscito, almeno.
Comunque, le cose sono andate avanti e ci avete lavorato.
L'uomo ironia ha ottenuto un bel rinvio a giudizio per maltrattamenti in famiglia, sopportando stoicamente una collega specializzata in diritto di famiglia di quelle tutte boccoli, vestitini e sotterfugi.
Tu hai preparato il ricorso per la separazione e, inutile nasconderlo, tenuto il fiato sospeso per il timore che succedesse qualcosa, che l'andasse a cercare, che le facesse del male.
Il giorno prima dell'udienza, hai passato un bel po' di tempo con la signora e con sua figlia.
Nel frattempo, certo per la lontananza dalle vessazioni, la tua cliente era diventata una virago, una donna dall'aggressività stupefacente, piena di pretese, di granitiche certezze, di iratissime affermazioni. Ti ha zittita diverse volte, ingiunto questo e quello, trattato come una un po' tarda. La dottoressa Occhibelli, in silenzio sulla sua poltrona, aveva l'aria di una che ha sbagliato sala riunioni e, forse, anche studio.
Tu hai sentito una rabbia sorda montare, sempre più forte ad ogni frase intesa a fare comprendere che non era quello l'atteggiamento giusto, rispedita indietro con superba, sprezzante, sicumera.
Anche mettendo da parte la fatica ed il lavoro, chè in fondo chissenefrega, ma come?  ci hai messo cinquant'anni per trovare la forza di uscire di casa e poi che fai? rischi di farti dire che eravate solo una coppia litigiosa come tante, perchè non resisti all'urgenza di rimetterti in pari con  quella forma primitiva e primordiale di autoaffermazione che è lo starnazìo?
Pacata, serena, ripetitiva, hai spiegato e rispiegato.
Poi ti sei rotta le palle
E l'hai messa a sedere con una smusata delle tue.
Glielo hai detto, così, senza tanti giri di parole che lo capivi, capivi la sua paura di non sapere essere qualcosa se non in funzione di lui, la sua nuova aggressività effetto di una vita tenuta sempre sotto pressione che finalmente poteva esprimersi, la rabbia di avere negato cosi tanto, una vita intera.
Capivi, ma che la smettesse, perché non era il momento
L'hai fatta piangere.
L'udienza è andata come è andata.
I provvedimenti temporanei sono buoni, non le hanno assegnato la casa da cui è scappata, ma le hanno riconosciuto un buon assegno ed il lavoro va avanti su entrambi i fronti, civile e penale.
La collega ci ha provato a dire che il suo cliente non poteva pagare, ma il bonifico è arrivato giusto e nei termini tutti i mesi finora.
Il fascicolo è al suo posto, nel mobile a serranda sotto la lettera corrispondente.
Sei pronta per le ferie
Sei in ferie
Questa mattina alle 9,00 ti suona il cellulare, rispondi: "sono C., volevo dirle che sono tornata da mio marito, Ma è una prova, tanto si può no?"
No