mercoledì 27 luglio 2016

(quasi) Nozze, feste di

Qualche giorno fa due signore si sono unite civilmente in un paesino in provincia di Bologna.
Unite civilmente è l'espressione corretta, ma fa abbastanza schifo secondo me quindi, da ora in avanti, dirò sposate come per altro fanno quasi tutte le coppie di lunga data che trovano la locuzione "compagno/a" ugualmente forzata (poi vabbe' se uno non ha vent'anni compagno risuona proprio tanto "falce e martello" e non si può sentire).
Insomma queste due sono andate al loro municipio, si sono accomodate nella sala più bella ed il loro sindaco ha officiato la cerimonia.
Erano vestite da schifo.
Pareva fossero andate a lavare la macchina al distributore dietro casa, quello che non ha i rulli, ma ti mette solo a disposizione la sistola e le spazzole e te la vedi tu.
Ora, voglio dire, avete fatto le corse (le avete fatte dai, siamo seri, il decreto ministeriale era stato varato il giorno prima, volevate essere le prime e finire su tutti i giornali), potevate trovarte due cenci?
Vi sono nel cuore, sia chiaro, meringhe, damine più o meno rivisitate, sirene, dee greche, madonne rinascimentali, panterone albine e principesse spaziali hanno funestato l'infanzia, l'adolescenza, la giovinezza e la maturità di molte (e le escluse sono quelle che ci si sono travestite).
Epperò bastava un vestito stirato, una camicia non slabbrata, un paio di pantaloni con l'orlo al punto giusto.
Oppure potevate sposarvi un altro giorno chè così ci fate fare veramente una figura di mota. Come glielo spieghiamo poi al mondo che noi siamo quelli eleganti sempre?
Sembravate due turiste sfrante su un marciapiede di via de' neri in coda per il panino più buono del mondo. 
Le mamme in lacrime in prima fila invece mi sono piaciute.
E anche la mega festa con amici e parenti stretti: il solito centinaio di scrocconi che tira petali di rosa come se fossero pietre.
Comunque brave ragazze.
Sai come rosicano quei due maschietti impomatati che erano già finiti sui giornali perchè erano i primi ad aver prenotato  a Milano per l'8 settembre?
Che poi, oh, bella data l'8 settembre
Ora vediamo come ci si organizza da queste parti, sarebbe bene però non aspettare troppo, chè il turismo matrimoniale tira assai (e rende molto bene)

martedì 19 luglio 2016

Una persona felice

Naturalmente non è un bel momento.
Bisognerebbe avere molti più problemi di quelli che ho per non essere percorsi da inquietudini di molti generi.
Fermo, Nizza, la Turchia, gli Stati Uniti, ognuno a suo modo e con le sue peculiarità, ognuno con il suo pezzettino di bruttura umana dietro le sovrastrutture e lo story telling (e povero il cognatuzzo che cominciò con una lezioncina awannaganna davvero, tanto, fuori luogo, nella giornata sbagliata)
Ciononostante, pare io sia una persona felice.
Non lo dico io, sarebbe facile.
Io lo so di esserlo, so di essere affetta dalla sindrome di Pollyanna e di non poterne uscire anche mentre penso che a me, Pollyanna, ha sempre fatto molto più che schifo.
Lo dicono altri.
Parlano di me mentre non ci sono.
Per l'esattezza, parlano di me mentre sono qualche giorno al mare: accompagno i miei genitori nella speranza di trovare un difficile equilibrio tra l'imperioso desiderio di uno e la preoccupata accondiscendenza dell'altra. Mi godo qualche giorno tra bambini giusto un filino agitati, una mamma in versione megaloman, un babbo che arranca fino al solito stabilimento dove respira ossigeno e sguardi compassionevoli, i vicini milanesi-imbruttiti gretti e sboroni, le preoccupazioni per il lavoro e per un marito, rimasto a casa, e braccato da chi è bravissimo a cercare spiragli per ferire.
Una persona felice.
Vorrei sibilare che bisognerebbe prima avere camminato qualche miglio nelle scarpe di qualcuno per permettersi giudizi sulla sua vita.
Ma non lo faccio.
Sono dell'opinione che un commento non si debba negare a nessuno.
Se ci colpisce più di un tot, siamo noi a doverci fare delle domande.
E poi, essere vista come una persona felice è cosa che solletica la mia vanità non poco.
Non è quello che mi disturba, sarei sciocca.
Mi disturba il fatto che la mia felicità sia indicata come la ragione per cui, alcuni, nei mesi scorsi, si sono comportati in modo spiacevole nei miei confronti.
Vorrei dire che possono impiccarsi al pallino di un letto.
Ma, di nuovo, non lo farò, perchè, naturalmente, la possibilità è molto più che fastidiosa, naturalmente certi comportamenti mi hanno ferito, naturalmente, sapere che un atteggiamento positivo verso la vita disturba, è fonte di disagio.
Il fatto però è, che al netto del fastidio e del dolore, niente di tutto quello che si può dire o fare nei miei confronti è ancora riuscito a farmi agire in modo (troppo) diverso da quella che è la mia natura.
Penso che sia per questo che sono una persona felice.
O che appaio tale
Solo, è un peccato che non facciano più letti coi pallini 

giovedì 7 luglio 2016

Buco - Cosa non dire per essere una buona madre

Premessa necessaria:
da queste parti siamo generalmente sarcastici, icastici ed in buona misura aiscrologici.
In linea di massima ci va bene, tanto che certe delicatezze le riteniamo un filino ipocrite, magari educate e corrette, ma ugualmente ipocrite.
Non lo dico per anticipare scuse che non ho intenzione di addurre, ma per spiegare il contesto.
I miei parenti siciliani o la mia amica calabrese non capirebbero e non capiscono, per esempio, va meglio coi torinesi, ma forse è un caso.

Non che siano tutte anime candide, solo che hanno altri modi per esprimere le stesse pulsioni.
* * *
Attila: "mamma, lo sai che oggi Jacopo mi ha dato del buco?"
Ciacco: " uhm e tu? come ti sei sentito?"
A: "offeso, come mi dovevo sentire? mi voleva offendere!"
C: "ovvio. Ma...lo sai che vuol dire?"
A: (chiaramente risentito): "certo che lo so!"
C: " e...vuol dire?"
A: " mamma! uffa" vuol dire...si insomma lo sai, no? il buco...ecco, come lo dico? ecco, si...l'ano (!), quello, il buco da cui esce....uffa mamma! la cacca ecco. Il buco da cui esce la cacca!"  
C: (ghignucchiando senza farmi vedere): "no amore non vuol dire quello"
A: "no?"
C: "no. Vuol dire omossessuale. Anzi vuol dire che sei un uomo omosessuale. Un maschio, perchè per le femmine c'è un altro termine altrettanto volgare, ma diverso."
A: "non me lo dici, vero?"
C: "secondo te?"
A: "ok. Però ecco, senti mamma, io so come fanno un uomo ed una donna a fare....ecco... a fare l'accoppiamento (!). Me lo avete spiegato: il maschio mette il pisello nella cicalina e va bene, insomma si capisce: uno è lungo l'altra è fonda....ma due maschi come fanno? pisello contro pisello, non mi torna"
C (eccheccaz...voglio morire, ora, possibilmente, subito): "a parte che l'accoppiamento lo fanno le mucche e i cavalli, le persone al limite fanno sesso, ma sarebbe meglio l'amore, potendo, due maschi non fanno pisello contro pisello. Due maschi usano, ecco amore, usano....usano il sedere (lo dico arrossendo, anche se mi sforzo, erano trent'anni che non mi succedeva, sarà perchè per un attimo contemplo persino la possibilità di dirgli che possono fare così anche un maschio e una femmina, volendo) 
A: (occhio pallato e bocca spalancata) "oh! ma allora lui voleva dire...che io, il mio sedere....mamma! allora ho fatto bene a dargli dello stronzo!"
C. "Attila! lo sai che non voglio tu usi parolacce!"
A: "si si lo so, chi parla male, pensa male, chi pensa male vive male, e via e via, ma lui mi ha insultato e io dovevo rispondere no?  Non posso dare e va bene, ma mi devo difendere, tu non hai mai dato dello stronzo a nessuno? non ti insultano mai?"
C. "non con le parolacce no, amore, ma mi insultano certo. Rispondo nello stesso modo, non c'è bisogno di essere volgari."
A: "mamma! nemmeno alla mia età?" 
(siiii hai voglia!!!!! alla tua età io ho rincorso uno per duecento metri con una ballerina in mano perchè gliela dovevo dare in testa finchè non si rompeva, figurati)
C. "umphf"
A: "lo hai fatto!" (esultante)
C: " ve bene facciamo così. Tu puoi dare dello stronzo a Jacopo tutte le volte che lui ti chiama buco..."
A: " mamma?" (tra lo sconvolto e lo speranzoso)
C. " a una condizione. Essere omosessuali è una colpa secondo te? uno se ne deve vergognare?"
A: " no! ognuno vorrà bene a chi gli pare no? ora, io questa cosa del sedere....però, mamma, sinceramente, mi fa schifo anche la cosa della... vagina. E'....boh! insomma disgustosa, ecco. Comunque....essere omosessuali va bene, voglio dire..."
C. "si va bene ho capito, non ti incartare. Allora se essere omosessuali non è una cosa sbagliata o vergognosa o da prendere in giro, tu puoi dire a Jacopo (ed al resto del mondo) che è uno stronzo quando ti da del buco, purchè tu aggiunga che è uno stronzo, perchè essere buchi non è una vergogna. Essere stronzi dovrebbe."
A: (di sotto in su) "mamma, certo che da bambina dovevi essere tremenda"
Modestamente